L’ALTURA DOVE DIMORANO LE FATE

 

Le fate possono rendersi invisibili, volare, predire il destino, mutare forma e farla mutare agli altri, hanno conoscenza di tutti i segreti della natura, fanno incantesimi e sortilegi. Hanno come consuetudini danzare di notte e lasciare cerchi argentei sull’erba da cui “anello delle fate”.

Francesco Bevilacqua

Sembra ormai accertato che attorno ad un centro maggiore per dimensione ed importanza (identificato sul colle Mitra tra Pettorano e Cansano), si svilupparono in età preromana una serie di centri minori sulle alture circostanti della valle. Percorrendo una mulattiera che parte dal paese di Roccacasale si raggiunge in circa 40 minuti di cammino, l’altura di Colle delle Fate.
Si racconta che le Fate appartengano al “Regno di Mezzo”, dove sono collocati anche gli angeli caduti che per la loro natura, non troppo cattiva ma neanche tanto buona, sono obbligate a vivere nelle zone crepuscolare che non sono propriamente l’inferno. La leggenda vuole che le Fate venivano anche invitate ad un banchetto speciale tutto per loro; infatti alla nascita di un nuovo figlio, si allestisce all’interno della casa il “banchetto delle Fate”, per far notare il nascituro e sperare nella loro protezione.

Non sempre i racconti sono così color di rosa. Si narra infatti che nell’epoca del ‘900 circa, le donne
dovessero prestare la massima attenzione ai propri neonati, senza perderli di vista. Molto spesso, infatti, di ritorno dal faticoso lavoro nei campi, le madri trovavano le piccole creature piangente e spostati dalla propria culla, con ecchimosi sul corpo… A volte si trasformavano in animali riluttanti, come topi o lucertole, altre volte invece erano destinati alla morte.
Per evitare ciò si consultiva una fata o, a seconda dei punti di vista, una strega, la quale con opportuni rituali “salvava” la vita del bambino.

Da “Abruzzo tra borghi e leggende” – www.borghidabruzzo.blogspot.com

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