CASTELVECCHIO SUBEQUO E IL MIRACOLO DEL SANGUE DI SAN FRANCESCO

 

La Valle Subequana è una delle zone più affascinanti dal punto di vista ambientale e nello stesso tempo, con i suoi castelli e i suoi monasteri ricca dal punto di vista storico e spirituale.
In questa zona infatti, un santo d’eccezione lasciò le sue tracce in un territorio che si snoda per circa cento chilometri all’interno del Parco Regionale Sirente Velino.
Si tratta di San Francesco, il quale tra il 1215 e il 1216 e tra il 1221 e il 1222, probabilmente accompagnato da Tommaso da Celano (suo biografo)stabilì un rapporto davvero speciale. Sono diverse infatti le chiese e le basiliche a lui dedicate, ma una in particolare reca ancora oggi i suoi segni e mostra sovente il miracolo della liquefazione del sangue.
La chiesa di cui vi mostriamo le immagini si trova a Castelvecchio Subequo, un piccolo comune di circa 800 abitanti posto all’interno della Valle Subequana ai piedi del monte Sirente. Le origini del piccolo borgo sono antichissime, e ciò è testimoniato dalle numerose tracce archeologiche relative alle epoche peligna, romana e paleocristiana di cui vi parleremo prossimamente.

 

Per il momento fermiamoci qui, sulle tracce di San Francesco all’interno della Chiesa e Convento a lui dedicati.
La tradizione narra che il Poverello d’Assisi nel 1216 venne ospitato dai Conti di Celano in una delle loro proprietà e in dono ricevette la piccola chiesetta di Santa Maria di Castelvecchio. Qui il santo fondò un suo monastero, l’edificio venne ampliato dando così vita alla nuova chiesa di San Francesco.
Nel 1288 l’edificio venne consacrato dal cardinale Gerardo Di Parma legato di Carlo II d’Angiò re di Napoli.
Per diversi secoli la chiesa rimase ad una navata unica, ed è proprio in questa prima parte che possiamo ammirare degli straordinari affreschi di scuola giottesca raffiguranti le storie di San Francesco commissionati da Ruggero II conte di Celano nel 1392.
Verso la metà del XVI secolo, la chiesa venne rimaneggiata e trasformata a tre navate, esattamente come la possiamo vedere oggi.

 

Se lo straordinario altare interamente scolpito in legno alto sei metri e corredato da statue lignee, cattura l’occhio del visitatore, è però percorrendo la navata di destra che conduce all’interno della piccola cappella originaria che si resta davvero colpiti.
Qui infatti, oltre ai meravigliosi affreschi del XII secolo, sull’antico altare è posta un’urna con una reliquia preziosissima contenente il sangue delle stimmate di San Francesco.
L’urna di proprietà dei conti di Celano fu preparata dagli stessi dopo che ricevettero che una fiala contenente del sangue proveniente dalle piaghe del santo. La preziosa reliquia fu custodita dai conti fino al XIV secolo, periodo in cui fu donata al convento francescano.
Sebbene ci siano diverse testimonianza che parlano del miracolo della liquefazione del sangue della reliquia durante i secoli, è solo in epoca moderna, esattamente nel 2013, che alla presenza diversi testimoni, si è manifestato il miracolo della liquefazione del sangue contenuto nell’ampolla.
Il sangue si è liquefatto il 17 settembre, proprio il giorno in cui si ricorda la ricezione da parte di San Francesco delle Sacre Stimmate.

Degno di nota è il convento adiacente alla chiesa al cui interno vi troviamo un piccolo museo che conserva preziosi lavori di oreficeria e reliquiari databili tra il XIV e il XVI secolo, monete e bronzetti romani e medievali; ed infine due statuette lignee del sec XV raffiguranti rispettivamente S. Caterina d’Alessandria e S. Ludovico di Tolosa.
La Chiesa di San Francesco di Castelvecchio è sicuramente una di quelle mete da visitare sia che si voglia fare del turismo religioso sia per il visitatore che ama tuffarsi nella storia e nell’arte. Inoltre le catacombe cristiane di Colle Moria e l’area archeologica di Superaequum in contrada Macrano sono un viaggio nel tempo alla ricerca delle nostre origini. La presenza di Ercole nel territorio poi, diventa un faro per quanti seguono le tracce di questa divinità del mondo pagano.
Ma le bellezze non finiscono qui, questo piccolo borgo infatti ha diverse storie da raccontare e bellezze naturalistiche da far ammirare a quanti vivono il turismo come un’avventura.

Rossella Tirimacco Abruzzo Smart Ambassador