NASCERE IN UNA ZONA SISMICA

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Quando nasci in una zona altamente sismica come le nostre, impari sin dai primi anni di vita la parola “terremoto” e, che quella dove ti trovi è una zona pericolosa. Ammesso tu sia così fortunato durante l’infanzia, da non dover apprendere dal vivo il concetto di “pericoloso”, presto o tardi, sai già che in un qualche modo e, in un tempo imprecisato e indefinito, la Terra ti spiegherà a modo suo che il tuo compito è imparare ad adeguarti ai suoi improvvisi risvegli.
Vivere in una zona sismica, significa sapere da sempre che sei a rischio e, che la tua casa, da dolce rifugio, potrebbe trasformarsi in una trappola mortale. Lo sapevano i nostri nonni, i nostri padri… lo so io e mio figlio dopo di me e, nessuna legge umana potrà cambiare quella che è una legge della Natura.
Nelle varie epoche si sono succeduti terremoti di tutti i tipi, molti dei quali hanno raso al suolo interi paesi e fatto centinaia e centinaia di morti. Dopo le catastrofi si è ricostruito e, in alcuni casi ristrutturato, questo fino al  terremoto successivo. Si sa che l’uomo tende a dimenticare gli eventi dolorosi e, credetemi, il terremoto ti da tutto il tempo di dimenticare, ti da tutto il tempo di commettere sciocchezze con delle costruzioni e ristrutturazioni assurde, anche perchè i costi degli interventi “preventivi” sono alti e forse sarebbe meglio ricostruire di sana pianta no? Se poi la demolizione la farà la Terra con tanto di vittime sotto le macerie… chissenefrega, no?! Questo, fino alla prossima tragedia, dove si ripeterà lo stesso identico copione del precedente: case a terra, morti, soldi stanziati e spesso mal spesi, corsa agli aiuti… e, lentamente tutto si dimentica, di quelle immagini strazianti, al pubblico non resterà più nulla, la ferita rimarrà solo a chi ha vissuto in prima persona quella tragedia.
Ho letto da qualche parte che in un Paese civile, certe tragedie non dovrebbero accadere e l’esempio ne è il Giappone. Ora, non so chi sia il “genio” che ha partorito una simile scemenza e come si possano paragonare le moderne costruzioni giapponesi atte ad oscillare durante l’evento, con le nostre costruzioni in pietra o in mattoni, molte delle quali hanno resistito secoli a svariati terremoti e sono ancora li, che guardano beffarde case di “nuova costruzione” in cemento armato, buttate invece  completamente al suolo dall’onda sismica.
Ricordate la pubblicità ” Un diamante è per sempre”? Ciò rappresenta un pò la mentalità di noi italiani, gli oggetti vanno mantenuti per sempre… il problema è che tutto è soggetto ad usura e, che sia una casa, un automobile, un ponte, una strada, se non si interviene di tanto in tanto con dei lavori mirati, il rischio di vederli crollare sale in maniera esponenziale.
Abbiamo un patrimonio architettonico di interi borghi e paesi fatti interamente in pietra, fiori all’occhiello del nostro Paese e che vivono principalmente di turismo, eppure alla gran parte manca la manutenzione e il giusto adeguamento, come la messa in opera di tiranti e il consolidamento esterno, il rifacimento di tetti, in legno ovviamente, non in cemento armato e, già le chances di salvezza aumenterebbero notevolmente.
Certo, nessuno potrà mai assicurare che con il giusto adeguamento la casa non andrà giù, ma se non si commettono sciocchezze, come quelle a cui ho assistito in venti anni di ristrutturazioni e vita di cantiere del tipo: demolizione di muri perimetrali che hanno distrutto la continuità statica di interi fabbricati,  tetti in cemento armato (molto in voga a partire dagli anni ’70 e fino al 2006 circa) sopra delle case in muratura… beh, se si iniziano a rivedere questi “piccoli dettagli”,  probabile che le possibilità di uscire indenni dalla propria abitazione, forse ci sono. Sulle nuove costruzioni poi, preferisco non pronunciarmi, a suo tempo la magistratura farà il suo corso e  sarà quest’ultima  a denunciare eventuali responsabilità ed irregolarità, ammesso che ce ne siano.
Non avrei voluto scrivere nulla su questa tragedia, perchè come avevo già espresso tempo fa, cercare le colpe, politicizzare le tragedie o peggio, farne sciacallaggio mediatico per ottenere visibilità in maniera velata o palese, lo trovo semplicemente vergognoso! In certi casi sarebbe meglio tacere, ma dopo tutto quello che sto leggendo, ho voluto dire la mia, che è la testimonianza di chi il terremoto lo ha vissuto sin dall’infanzia, ed è per questo che provo una profonda nausea di tutto questo teatrino, dove ognuno dice la sua senza cognizione di causa.

 

Rossella Tirimacco