Moscufo, una terra che racchiude nel suo sottosuolo secoli di storia, conservando le radici, i rituali dei Vestini, resti di epoca romana, il passaggio dei Longobardi, oltre gli avvenimenti succedutisi nel corso degli anni.
Santa Maria del Lago (Lago da “lucus”, bosco), fu costruita nel XII secolo e divenne proprietà dei grandi monasteri benedettini, ma non le fu mai annessa un’abbazia, piuttosto un edificio per l’ospitalità di monaci e pellegrini.
Preceduta da una grande vasca battesimale in travertino posta sul prato, la facciata, in laterizio, presenta un bel portale in pietra ornato da figure simboliche di gusto benedettino.
L’interno è a tre navate divise da otto colonne e due pilastri in mattoni che sorreggono archi a tutto sesto.
Ma il vero gioiello di questa chiesa è il bellissimo ambone posto sul pilastro di sinistra e scolpito nel 1159 dal maestro Nicodemo su commissione dell’Abate Rainaldo. L’ambone, realizzato in stucco, è a base quadrata e poggia su quattro colonne dalle quali partono tre archi di cui uno trilobato. Ricchissimo di ornamenti che mostrano un’influenza del gusto arabo, i bassorilievi rappresentano scene simboliche e bibliche. Troviamo Giona ingoiato dalla balena e rigettato a terra sotto l’albero di ricino, Davide che affronta un orso e un leone e inoltre i simboli dei quattro Evangelisti: l’aquila, il bue, l’angelo e il leone.
Poco resta invece degli affreschi della fine del Duecento che decoravano l’abside: la parte che si è conservata rappresenta il Giudizio Universale con i dodici apostoli che rappresentano, insieme al Cristo, il Collegio giudicante.
Fonte: Abruzzoverdeblu