MARIA TERESA GENTILE: UNA BIMBA DAL CUORE SPEZZATO

 

La statua della piccola Maria Teresa Gentile. Nei pressi di via Togliatti, c’è una scuola che tra un po’ verrà abbattuta. La statua sembra quasi nascosta dall’erba alta…

Morire di dolore a 12 anni…..Ricordo ancora quel giorno. Avevo circa 10 anni, Maria Teresa non la conoscevo…ma la notizia della sua morte rimbalzò in un momento su tutta la città. Difficile descrivere cosa passò nelle menti di un gruppo di ragazzine come noi, nell’apprendere che una coetanea era morta perché il suo cane era stato preso dall’accalappiacani. Credo che  quella storia ci cambiò un po’ tutte, o almeno nella mia vita,  la morte di Maria Teresa lasciò un segno profondo…

Ci troviamo nella provincia dell’Aquila, precisamente a Sulmona, città d’arte, famosa soprattutto per i suoi confetti e per aver dato i natali al grande poeta Ovidio. Stavolta però tralasciamo le sue bellezze e i colori del centro storico e ci spostiamo in periferia per recuperare un pezzo di storia in bianco e nero. Giugno, 1977- siamo nella zona Peep, la zona di edilizia popolare di Sulmona. La città ha subito una notevole espansione dal dopoguerra in poi, e su quelli che erano un tempo terreni coltivati, oggi sorgono palazzi, scuole e nuove strade. È il nuovo volto della città. La voglia di “modernità” che tanto coinvolge l’intero stivale, a Sulmona si manifesta in questa nuova zona.

In basso c’è una targa. Non è molto leggibile. Il tempo e la mancata manutenzione hanno “sbiadito” i caratteri. Come una foto in bianco e nero che lentamente entra nell’oblio e chi sia quella bambina, tra un po’ non si saprà più.

Siamo nel mese di giugno, la bella stagione è ormai arrivata, ancora un po’ e le scuole verranno chiuse per le vacanze estive. L’entusiasmo dei bambini è incontenibile, alla sola idea di poter trascorrere del tempo a giocare per strada con i propri compagni. Maria Teresa è una bimba di dodici anni, una bambina come tante che ama molto gli animali. La bimba amava giocare con un cane, un piccolo randagio a cui aveva dato il nome di “Volpino”. Quel giovedì però, Maria Teresa non riesce a trovarlo. Lo cerca disperatamente, quando l’orribile verità si palesa davanti ai suoi occhi attraverso il furgone dell’accalappiacani. Maria Teresa, realizzando la fine che avrebbe fatto il suo cane urla, implora l’uomo del servizio comunale, di lasciare il suo cane.

L’uomo resta impassibile davanti alla disperazione della bambina, anzi, le intima di non avvicinarsi poiché il cane, a suo dire è pericoloso. Maria Teresa, piange, non riesce a capacitarsi di quanto sta avvenendo, è disperata, il suo cane è stato preso da quell’uomo che lo porterà via per sempre, e lei non può fare nulla. L’uomo probabilmente è infastidito da quella storia, lui sta solo svolgendo il suo lavoro e quella ragazzina proprio non vuol capire che i cani randagi vanno portati nel canile comunale. Quel cane poi, tra qualche giorno verrà soppresso- come tanti altri del resto. La cruda e dura verità, viene sbattuta in faccia alla bambina, la quale alla sola immagine del suo cane ucciso in un canile comunale e per mezzo della mano dell’uomo, si accascia a terra.

La lapide del cimitero dove riposa la piccola Maria Teresa

Una bambina, non ha gli strumenti di un adulto per decodificare la realtà, i bambini guardano il mondo senza filtri… e le parole dell’uomo, sono come un colpo al suo cuore.
Maria Teresa si accascia a terra e sviene. Da quel momento in poi tutto diventa grigio e in quella foto del lontano 1977 possiamo vedere le urla della madre, richiamata in strada dai pianti della figlia, i soccorsi che giungono sul posto e la corsa in ospedale. Il cuore della piccola Maria Teresa smette di battere stroncato da un infarto. Il dolore è stato troppo forte.

                               La targa

Ci fermiamo qui, nello stesso luogo di allora, dove oggi sorge una statua di Maria Teresa davanti alla scuola di via Togliatti. Una statua che rappresenta la bimba mentre gioca con il suo cane.
Quel cane però non morirà con Maria Teresa, verrà adottato dai genitori della bimba, a ricordo di quell’amore che la legava a quel piccolo trovatello.
Sono passati diversi anni da allora, ma quella bambina è ancora qui, e noi abbiamo voluto ricordare l’amore di quella giovane vita, affinché quanto accaduto in quel lontano 1977 non vada del tutto perduto… sbiadito come i caratteri della targa.  Maria Teresa possiamo vederla in questo prato… e quando soffia il vento possiamo sentire le sue risate mentre gioca con il suo cagnolino.

Rossella Tirimacco