Il venerdì che precede la Settimana Santa a Vasto si celebra con un’imponente partecipazione popolare, la processione della Sacra Spina. La reliquia che la tradizione considera proveniente dalla corona di Gesù, fu donata a Don Ferrante Francesco II D’Avalos da Papa Pio IV, per ringraziarlo dei buoni servigi espletati durante il Concilio di Trento in qualità di ambasciatore delegato di Filippo II re di Spagna.
La bolla che accompagnava la reliquia, conservata in una artistica teca d’argento, andò distrutta in un incendio che nel 1645 rovinò la Chiesa di Santa Maria Maggiore.
Contemporaneamente alla donazione, i Marchesi di Vasto, fecero erigere una cappella dedicata, la dotarono riccamente e ne affidarono la custodia alla Congregazione laicale della Sacra Spina e del Gonfalone, documentata dalla prima metà del 1500 e che ancora oggi provvede al suo culto.
Da allora ogni anno la giornata del Venerdì di Passione, è dedicata all’adorazione della reliquia intorno a cui è nata la leggenda, diffusa soprattutto tra i contadini e i marinai che rifiorisca dopo le preghiere degli astanti, i quali, dalle fasi e dai caratteri del fenomeno, traggono gli auspici per l’annata.
Dopo una giornata di celebrazioni liturgiche, la sera esce una spettacolare processione illuminata dalle fiaccole dei fedeli che attraversano le vie della città. Fino a qualche anno fa il Priore e i confrati della Sacra Spina e del Gonfalone, indossato il saio bianco e la mozzetta azzurra su cui spicca la croce bianco rossa dei D’Avalos, avanzavano con il capo coronato di spine in segno di mortificazione e penitenza.
Maria Concetta Nicolai “Abruzzo 150 antiche feste”