Sono molte le manifestazioni storico-religiose che si svolgono in Abruzzo durante il periodo pasquale. Non c’è un solo paese o borgo che non abbia le proprie “personali” rievocazioni di queste festività religiose, per gli abruzzesi particolarmente sentite. Andiamo ora a conoscere la “Processione del Venerdì Santo” che si svolge a Chieti.
La manifestazione chietina è forse la più antica d’italia, le origini risalirebbero infatti all’842 d.C., anno in cui fu ultimata la ricostruzione dela prima Cattedrale, precedentemente distrutta nell’801 da re Pipino.
Quando la Cattedrale su ricostruita,nacque così la processione del Venerdì santo. La sua conformazione attuale risale però solo al XVI secolo, quando nacque L’Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti che ancora oggi ne cura l’allestimento e la preparazione. Rappresentazione sociale, identità conservata e proiettata nel tempo.
Una delle peculiarità della processione è che questa si debba sempre svolgere, anche in condizioni atmosferiche pessime e qualsiasi cosa accada. Infatti, la processione si svolse anche durante la seconda guerra mondiale.
Nel 1944, nonostante fosse stato emanato il divieto di effettuare il sacro corteo, la processione si svolse ugualmente, in versione abbreviata e velocissima. I militari tedeschi entrarono in cattedrale per rastrellare gli uomini che vi avevano preso parte, senza successo perché i confratelli riuscirono a scappare dalle varie uscite secondarie della cattedrale.
La processione ha inizio la sera del Venerdì santo, verso le 19.00, dalla cattedrale di San Giustino con molte persone già in attesa sulla piazza antistante, lungo il corso principale e le altre vie dove il lungo corteo si snoderà. Vengono portate in processione statue di grande pregio artistico e sette “trofei” -sculture lignee realizzate a metà dell’Ottocento e rappresentanti i momenti salienti della passione. Lungo gran parte del percorso sono presenti i tripodi accesi con fuoco di cera, un tempo necessari per la luce e per bruciarvi incensi ed aromi.
Ad essa partecipano tutti i “fratelli” delle dodici congreghe cittadine, riconoscibili dalle mantelline di diverso colore, che, incappucciati, portano i simboli della passione. Al termine dei simboli vi è il feretro del Cristo (XVIII sec.) deposto su di uno splendido manto finemente decorato, segue la statua della Madonna Addolorata (XIX sec.). L’atmosfera è resa particolarmente suggestiva dalle struggenti note del Miserere di Saverio Selecchy – musicista teatino del XVIII sec. – cantate dal coro composto da circa 150 elementi e suonate da altrettanti musicisti.
Pubblicato da Redazione
Citazioni e fonti
PROCESSIONE DEL VENERDI’ SANTO A CHIETI
Autore foto 2 e 6 Renato De Iuliis
Foto: Dal web