ABRUZZO MISTERIOSO: LONGINO NASCOSE A LANCIANO IL SACRO GRAAL?

 

Lanciano

 

 

Cenni storici: Ci troviamo a Lanciano, in provincia di Chieti, una città la cui storia affonda nel mito di Solima, compagno di Enea, in fuga da Troia in fiamme e approdato sulle nostre coste, ove fondò la città dell’attuale Lanciano. L’epoca di fondazione è stata confermata da alcuni ritrovamenti archeologici databili XII secolo a.C. E’ l’antica “Anxanon” o Anxia (dal nome di un compagno di Solima, morto in guerra) che fu municipio romano, ascritto alla tribù Arniense, sorto quasi certamente su un precedente centro dei frentani. Nonostante la memoria di ritrovamenti avvenuti in passato, nessun monumento in vista può sicuramente attribuirsi all’epoca romana. Fin dall’antichità fu celebre per le sue fiere annuali. Nel medioevo fu gastaldato longobardo e possedette pià di quaranta feudi, ma gliene tolse molti Carlo V per essersi data all’Autrec, generale di Francesco I. Nel 1640 fu creata baronia e arbitrariamente, senza l’assenso del re, venduta dal vicerè Medina Las Torres al duca di Castopallavicini, e poi, nel 1646 subdolamente al marchese del Vasto; ma i cittadini si ribellarono e riebbero nel 1678 i privilegi della città di diretto dominio regio. E’ decorata come medaglia d’oro per essersi ribellata all’invasore tedesco durante l’ultima guerra. E’ patria dei pittori Polidoro di Renzo, discepolo di Tiziano (1515-’65) e Giuseppe Palizzi (1812-88) e del musicista Fedele Ferialori (1730-1818).

 

Venere appare ad Enea- Pietro da Cortona, 1630 – 1635, Parigi, Louvre

 

E dopo il piccolo cenno storico sulla città, torneremo più volte a “visitare” Lanciano; andiamo ora alla scoperta di uno dei grandi misteri del luogo, precisamente alla chiesa di San Francesco, dove pare sia stato nascosto, addirittura il “Sacro Graal”!

 

 

La Chiesa di San Francesco

 

La Chiesa di San Francesco era un tempo dedicata ai Santi Legonziano e Domiziano, e qui, tra queste mura, è conservato un mistero che da secoli è ancora senza risposta. Si tratta del “miracolo eucaristico”, il primo che la chiesa cattolica ricordi, avvenuto nel VIII secolo dopo Cristo.
Secondo antiche fonti, sembra, che un monaco dell’ordine di San Basilio, mentre celebrava la Messa nella chiesa dei Santi Legonziano e Domiziano, dubitò della presenza reale di Gesù nell’ostia e nel vino e in quello stesso istante l’ostia sarebbe divenuta carne ed il vino si sarebbe tramutato in sangue vivo che si raggrumò in cinque globuli irregolari per forma e grandezza ancora oggi visibili e conservati nell’elegante ostensorio argenteo di scuola napoletana.

 

L’ostensorio

 

Sono stati numerosi gli studi scientifici eseguiti e degni di rilievo sono le indagini compiute nel 1970 dal Prof. Edoardo Linoli, libero docente in Anatomia e Istologia patologica e in Chimica e Microscopia clinica all’Università di Siena, il quale giunse a queste conclusioni:
1 La “carne miracolosa” è veramente carne costituita dal tessuto muscolare striato del miocardio.

2 Il “sangue miracoloso” è vero sangue: l’analisi cromatografica lo dimostra con certezza assoluta e indiscutibile.

3 Lo studio immunologico manifesta che la carne e il sangue sono certamente di natura umana e la prova immuno-ematologica permette di affermare con tutta oggettività e certezza che ambedue appartengono allo stesso gruppo sanguigno AB. Questa identità del gruppo sanguigno può indicare l’appartenenza della carne e del sangue alla medesima persona, con la possibilità tuttavia dell’appartenenza a due individui differenti del medesimo gruppo sanguigno.

4 Le proteine contenute nel sangue sono normalmente ripartite, nella percentuale identica a quella dello schema siero-proteico del sangue fresco normale.

5 Nessuna sezione istologica ha rivelato traccia di infiltrazioni di sali o di sostanze conservatrici utilizzate nell’antichità allo scopo di mummificazione. Inoltre il sangue è autentico sangue umano del gruppo AB del tutto simili alle tracce di sangue rinvenute sulla Sacra Sindone di Torino.

A quanto pare, il mistero è destinato a restare tale… ma non è finita, perchè a questo punto la storia si intreccia con la leggenda, quella del Sacro Graal, quella “cosa” che da secoli fa parlare di sè, ma che ancora oggi nessuno sa cosa sia e soprattutto se esista davvero.
Non sappiamo quanto ci sia da vero in molte storie, soprattutto in assenza di prove oggettive e reperti storici, leggiamo però da più fonti che se ne parla, e ciò ha dato il via alla fantasia sfrenata di romanzieri, ricercatori, appassionati di miti e leggenda, a supposizioni e tesi, alcune verosimili, altre decisamente assurde e prive del minimo fondamento.

 

Longino che colpisce il costato di Gesù

 

 

Ma andiamo avanti e passiamo ora al punto in cui la storia del “miracolo eucaristico” si intreccia con il “Sacro Graal”. Quanto sto per riportare è ad opera di due giovani ricercatori, Isabella La Vecchia e Sergio Succu, i quali, nel loro portale ,  hanno dato un’interpretazione al luogo piuttosto interessante e che merita una certa attenzione.
Abbiamo detto che l’attuale chiesa dove è oggi conservata la reliquia, sarebbe sorta su un antico luogo di culto dedicata a San Longino, il famoso centurione romano Quinto Cassio Longino, che secondo il  Nuovo Testamento, colpì il costato di Cristo con una lancia per verificarne il decesso. Longino, infatti, sempre secondo la leggenda, sembra fosse originario di Lanciano, e qui fu anche martirizzato dopo essersi convertito al cristianesimo. Il centurione, si convertì, dopo esser stato “miracolato” da una grave malattia che aveva agli occhi, da quello stesso sangue del Gesù morente che egli aveva colpito con la lancia. Tornato a Lanciano, con la lancia ed il “sangue di Cristo”, Longino cercò di diffondere la nuova religione, cosa non facile all’epoca, ma venne imprigionato e decapitato.

 

Lancia di Longino a Vienna

 

Anche se non sappiamo dove attualmente si trovi la lancia, diverse località si attestano la paternità di reperti che non è possibile attestarne la reale provenienza. Sappiamo però che la famosa “lancia” fosse dotata di magiche proprietà, e nel simbolo araldico della città vi è proprio una lancia in primo piano con tre colli sottostanti (Gesù e i tre ladroni?). Inoltre, il nome stessa città “Lanciano”, è abbastanza attinente sia con Longino stesso, che con la famosa “lancia”.

 

Stemma di Lanciano. Una lancia che ferisce il sole sopra tre colli. Il riferimento è ai tre colli della città, o alle tre croci del martirio di Gesù e dei ladroni? La direzione della lancia, inolte, proiettata verso il sole, l’emblema del Dio, di Gesù.

 

 

Ma c’è un’altra leggenda che narra che Longino fosse stato martirizzato a Mantova e anche qui nella chiesa di Sant’Andrea, vi è conservata un’ampolla contenente il sangue del Cristo. Due città lontane… ma legate dalla stessa storia. Dopo secoli è difficile cercare una spiegazione ad un mondo e a delle realtà che con i nostri occhi, di uomini “moderni” non possiamo comprendere. Quel sangue conservato è davvero il sangue di Cristo? E’ il famoso Graal? Sono molte le tracce dei primi cristiani, distrutte dall’impero romano, e il sangue del Cristo era sicuramente un segreto che andava difeso a tutti i costi. Di certo non possiamo escludere l’ipotesi di un’autentica presenza del sangue di Gesù, conservato segretamente da Longino fino alla morte. Mantova-Lanciano… dov’è il nesso? Non ci sono risposte per ora. Concludo con le parole della stessa ricercatrice Isabella La Vecchia:

<<Una contesa per lo stesso primato di due città, a cui non vi è esito. Ma se diamo ascolto alle parole mute dei simboli… la risposta potrebbe essere davanti ai nostri occhi. Infatti, a pochi chilometri da qui, esiste una città che si chiama proprio Guardiagrele, ossia ‘a guardia del Graal’, e come se non bastasse si trova esattamente sulla linea che congiunge Roma a Lanciano, come se volesse difenderla dalla capitale. Roma non può “vedere” Lanciano in quanto è nascosta da Guardiagrele. Solo un caso anche questo?

 

 

© Rossella Tirimacco

 

Fonti bibliografiche : La Biblioteca di Repubblica- Abruzzo e Molise- Touring Club Italiano-

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