IL MONDO “PERDUTO” IN FONDO AL LAGO DI CAPO D’ACQUA

L’azzurro dell’acqua si fa spazio tra il verde della vegetazione…

 

Ci troviamo in una frazione di Capestrano, in provincia  dell’ Aquila, è una giornata caldissima, una di quelle giornate in cui senti il bisogno di immergerti nelle acque di un fiume o di un lago. Di colpo, davanti ai nostri occhi l’azzurro dell’acqua inizia a spiccare tra il verde del paesaggio. Apparentemente sembra un semplice bacino d’acqua, un lago artificiale nato grazie ad una diga che alimenta una centrale idroelettrica. La rete metallica che circonda il lago di Capo d’Acqua, a protezione di eventuali rischi dei visitatori, la mancanza di una segnaletica che spieghi cosa si nasconde in realtà sotto quelle acque, finisce per far allontanare anche il turista più curioso, che finirà per credere che si tratti “solo” di una semplice diga. Ma nulla è come sembra… nulla è come appare a prima vista, poichè sotto quel lago c’è un “mondo perduto”, un mondo che solo in pochi possono ancora visitare…andiamo a vederlo da vicino.

 

Solo un semplice lago artificiale… o c’è dell’altro?

 

                                                Un mondo sommerso

 

Alle pendici occidentali del Monte Scarafano, le acque delle sorgenti di Capo d’Acqua sono invasate in un bacino artificiale collegato ad un sistema di irrigazione che alimenta una centrale idroelettrica: l’affascinante lago di Capo d’Acqua. Il lago, di proprietà privata, si trova all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, immerso in una natura incontaminata di vasto interesse archeologico.

 

 

Sotto il lago un salto indietro nel tempo…

 

 

Era il 1965 quando fu realizzata una diga destinata a sbarrare il corso superiore del Tirino poco più a valle delle sue sorgenti, in prossimità della omonima frazione di Capestrano (Caput Aquae) per avere nella zona una riserva idrica per l’irrigazione dei terreni circostanti. Le numerose sorgenti naturali immettono nel bacino continui flussi di acqua fresca e limpidissima che confluiscono a valle nel Tirino. Dopo il black out del 2006, il lago è oggi utilizzato anche per la produzione di energia elettrica e rivenduta all’Enel. L’invaso garantisce, proprio per la sua natura di lago sorgivo, un’ottima visibilità (all’incirca di 70 mt) e una flora lacustre particolare, propria degli ambienti sorgivi di quota (il lago si trova all’incirca a 330 metri sul livello del mare).

 

Un “salto” per pochi…

 

Nei terreni, oggi sommersi dalle acque del lago, esistevano in epoca medievale due mulini e un colorificio costruiti in prossimità della sorgente di Capo d’Acqua. Il colorificio è oggi ancora visibile in superficie, mentre i due mulini si trovano in buono stato di conservazione completamente immersi nell’acqua cristallina del lago, creando un luogo sommerso affascinante e misterioso caratterizzato da alberi, abitazioni, strade e manufatti vari. Intatto è il selciato dei viottoli antichi che un tempo veniva percorso dai contadini con il loro carico di grano.

 

Un mondo sommerso e misterioso…

 

Questa caratteristica lo rende un richiamo di interesse per gli appassionati di immersione di tutto il mondo; una scenografia unica avvolta nella meravigliosa cornice del Parco Nazionale del Gran Sasso.

Numerose sono le pubblicazioni e gli articoli dedicati come: Reflections from the Past di David Salvatori, SportDiver che lo elenca tra i 50 miglior siti di immersione al mondo, ScubaDiving che lo inserisce nei primi 25 o La Repubblica che lo cita tra le dieci perle dei fondali d’Ialia.

 

Un lago unico nel suo genere...

 

 

Le affascinanti immersioni tra i mulini sommersi del lago di Capo d’Acqua sono gestite dalla Associazione Sportiva Atlantide scuola sommozzatori.

 

Rossella Tirimacco

Per informazioni sulle immersioni, questo il sito web Atlantide-Scuola sommozzatori

Articolo tratto da Capestranodascoprire.it

Citazioni e fonti : 6aprile.it

Foto delle immersioni: dal web