SULLE TRACCE DI FRANCESCO: IL MIRACOLO DELL’ACQUA A GAGLIANO ATERNO

 

Il crinale sud del Monte Sirente è solcato in territorio comunale di Gagliano Aterno, da una profonda insenatura ( Vallone dell’Inferno) percorsa un tempo da un impervio sentiero che consentiva di raggiungere la piana di Baullo per la coltivazione dei campi d’altura e per la transumanza verticale. Il casale Verticchio e gli adiacenti ricoveri per gli armenti (stazzi) ubicati sull’altopiano vengono ancora oggi utilizzati da celanesi dediti da generazioni alla pastorizia nella zona. Il passaggio da baullo consentiva inoltre di raggiungere la Marsica e viceversa in tempi relativamente brevi evitando il lungo percorso che, anche se più agevole, avrebbe dovuto intraprendersi attraverso la Claudia Valeria. Interessato da fenomeni di antropizzazione sin dai tempi remoti, come dimostrano i centri fortificati di epoca italica (Colle Montone e Petto della Corte), il luogo ha recepito nel corso dei secoli l’insediamento di nuclei abitativi e l’edificazione di complessi religiosi come il castello di Baullo, da cui prende il nome la piana, la Chiesa di S. Scolastica e l’oratorio di S. Francesco D’Assisi, entrambi oggetto della donazione alla Badessa del Convento di S. Chiara come risulta nella bolla di Fra Egidio Vescovo di Sulmona del 4 Dicembre 1286. Probabile itinerario dei feudatari celanesi per raggiungere il Castello di Gagliano, luogo di transito per mercanti e posto privilegiato per briganti, esso viene “animato” nella superstizione popolare da figure maligne e consacrato dalla fede nella “presenza” di madonne e santi (Madonna del Carmine – S. Francesco D’Assisi).

 

Il castello di Gagliano Aterno

E’ noto il miracolo di S. Francesco che, apparso in sogno a certa Maria da Gagliano, abbia soddisfatto la necessità di colmare l’arida sete della donna facendo sorgere una fonte dalla semplice estrazione dal suolo di una felce. La devota avrebbe tratto da quell’acqua altro giovamento: la piena capacità di vedere. La fonte di S. Francesco divenne così meta di molti pellegrini ai quali ai quali fu concessa la grazia di guarire da ogni sorta di infermità. La stessa narrazione, vuole che l’oratorio di S. Francesco fosse stato costruito proprio sul luogo dell’evento prodigioso.

 

Dal “Trattato dei Miracoli” di Tommaso da Celano

Gagliano (Aterno) è un paese popoloso e illustre in diocesi di Sulmona. In esso viveva una donna di nome Maria che, giunta alla conversione attraverso le difficili vie del mondo, si era dedicata totalmente al servizio di san Francesco.
Era salita un giorno su un monte, riarso per la totale mancanza d’acqua, con l’intenzione di potare gli aceri verdeggianti; aveva dimenticato di portare con sé l’acqua e, per il calore eccessivo, cominciò a venir meno per l’arsura della sete. Non potendo ormai far nulla e giacendo per terra esaurita, cominciò a invocare il suo patrono san Francesco. Affaticata si assopì. Ed ecco sopraggiungere san Francesco, che la chiamò col suo nome: “Alzati e bevi l’acqua che a te e a molti altri viene offerta quale dono di Dio”. Sbadigliò la donna a tale voce e vinta dal sonno tornò a riposare. Chiamata ancora una volta, ancor molto stanca, rimase a terra sdraiata. La terza volta però, confortata al comando del Santo si alzò. E afferrando una felce vicina la estrasse dal terreno. Avendo allora scorto che la sua radice era tutta intrisa d’acqua, con le dita e con un piccolo ramoscello cominciò a scavare tutt’attorno. Subito la fossa si riempì d’acqua e la piccola goccia crebbe fino a divenire fonte. Bevve la donna e dissetata, si lavò gli occhi che, gravemente indeboliti da una lunga malattia, non potevano vedere nulla con chiarezza. Si illuminarono i suoi occhi e, sparita la rugosa vecchiezza si riempirono come di nuova luce. La donna si affrettò verso casa, per annunciare a tutti tale stupendo miracolo a gloria di san Francesco. Si diffuse la notizia del miracolo in altre regioni, giungendo alle orecchie di tutti. Accorsero da ogni parte molti colpiti da varie malattie che, fatta anzitutto la confessione per la salvezza dell’anima, vennero qui liberati dalle loro infermità. Infatti i ciechi riacquistarono la vista, gli zoppi ripresero a camminare, anche gli obesi divennero più snelli, e ad ogni infermità viene offerto il giusto rimedio. Ancora oggi dalla fonte prodigiosa l’acqua continua a sgorgare; è stato qui costruito un oratorio in onore di san Francesco.

Fonte:Santilli Massimo; I sentieri della religiosità popolare nel Parco Regionale Sirente-Velino;Centro Servizi Culturali Regione Abruzzo;1997

 

 

 

Fonte: http://www.comune.gaglianoaterno.gov.it/cultura/47-luoghi-di-culto.html