L’Abruzzo, ha numerose tradizioni millenarie, molte delle quali hanno origine sin dai tempi del paganesimo, e ad ataviche usanze della sua originaria cultura agro-pastorale. I riti religiosi, soprattutto quelli pasquali, sono molto sentiti e vissuti con forte intensità emotiva.
Si può dire che ogni paese, borgo o città, abbia la propria “personale” manifestazione religiosa e che è parte integrante della storia locale e al suo modo di rapportarsi con il “divino” e la spiritualità.
Raccontare l’Abruzzo, la sua storia, le sue antichissime usanze, non è possibile senza entrare a contatto con le sue genti, il cui spirito di antichi popoli italici, è ancora vivo in loro e si riflette nei luoghi, nei vicoli, negli antichi borghi, nei castelli medioevali, nei suoi eremi, nelle sue piazze. Qui, antico e moderno si “incontrano” in un connubio che lascia senza parole, nell’era del wi-fi e della tecnologia del futuro, mentre tutto intorno cambia… la storia di questi popoli, continua a rivivere nelle loro manifestazioni e tradizioni attraverso le nuove generazioni; generazioni che fanno del loro bagaglio storico, l’unico e vero senso di appartenenza.
Tra le tante manifestazioni che si svolgono nella regione, tutte molto singolari e caratteristiche, la nostra attenzione è stata attratta dalla “Passione Vivente”, una rappresentazione che si svolge a Gessopalena, un piccolo comune di appena 1500 abitanti in provincia di Chieti, chiamata anche Pietra Lucente, poiché il gesso che compone la roccia su cui è stato costruito il paese, quando è illuminato dal sole, emette degli straordinari bagliori. Le origini di questo antichissimo borgo, risalgono all’età preromana, molti sono infatti i reperti ritrovati e che testimoniano importanti insediamenti abitativi della zona, come ad esempio una statua raffigurante una sfinge. La parte “vecchia” è arroccata su uno sperone gessoso e accessibile da un solo lato, e fu distrutta prima dal terremoto del 1933 e poi dai tedeschi, dove qui compirono uno dei più atroci eccidi dell’Italia, bruciando vive ben 42 persone, comprese donne e bambini. Ed è in questo luogo “energeticamente provato”, in uno scenario quasi surreale ma particolarmente suggestivo, che si svolge la manifestazione della Passione Vivente.
La rappresentazione ha inizio il mercoledì santo, dopo il calar del sole, tutto il paese partecipa in processione, proponendo scene della Passione negli angoli più suggestivi del borgo. Il percorso, che rappresenta la salita del Cristo sul Golgota con la croce, si dipana per stretti vicoli e ruderi, il bagliore delle candele accese un pò ovunque, rendono quel senso di morte e dolore, particolarmente forte e amplificato, sia dallo scenario su cui si svolge il tutto, che dalla rappresentazione stessa. In un’atmosfera che sembra trasportare in altri tempi, nei luoghi più caratteristici, il Cristo si ferma e viene rappresentata una scena (o quadro) e via via avanti fino a raggiungere il luogo della crocifissione.
Qui, Maria viene interpretata da una donna del posto e attende immobile l’arrivo del figlio. Indescrivibile la scena della crocifissione, le parole non rendono l’idea di cosa si prova ad assistere a tali forme di “teatro popolare”, poichè se in un teatro si è semplici spettatori… durante queste manifestazioni, il “pubblico” è così coinvolto da diventare egli stesso attore, rivivendo tutto il calvario del Cristo. Il lamento lugubre delle Marie, il phatos che trasmettono nella rappresentazione è così forte, che la scena, di per sè già straziante… porta inevitabilmente ad avere le lacrime agli occhi, tanto è potente l’impatto emotivo!
Questa è una delle tante manifestazioni della Settimana Santa qui in Abruzzo, nei prossimi articoli ve ne proporrò delle altre. Per chi ama il turismo, questa regione offre così tante rievocazioni, che non c’è che l’imbarazzo della scelta!
Rossella Tirimacco