L’UOMO PLASMON: LUCI ED OMBRE DEL “GLADIATORE” ABRUZZESE

 

 

Era il 9 settembre 1946 quando a Giulianova, in Abruzzo, nacque un bimbo che un giorno avrebbe scritto la “storia” di una particolare epoca storica, il suo nome è Fioravanti Palestini.
Forse il nome a molti non dirà nulla, ma il suo corpo “scultoreo” di 110 chili di peso per un metro e novanta di altezza, è noto ad intere generazioni in quanto indissolubilmente legato ad una famosa marca di biscotti per bambini: i Plasmon.
Infatti, Fioravanti, detto Gabriellino è l’uomo che “prestò” il suo corpo al marchio e relativa pubblicità dei famosi biscotti apprezzati da adulti e bambini. E’ l’uomo che forse molti ricorderanno dai tempi di Carosello, quando dandoci le spalle scolpiva il nome della nota marca di biscotti sul capitello di una grossa colonna
Ma chi è in realtà quest’uomo dal corpo erculeo, che proiettò nell’immaginario collettivo di milioni di individui il binomio “forza=biscotti Plasmon”, decretando così la fortuna della casa produttrice?
Gabriellino, vive la sua gioventù in un’epoca in cui l’uomo sex-simbol veniva rappresentato da immagini di gladiatori e uomini forzuti, grazie anche al cinema di allora che proponeva film “epici” della grande Roma. In tale contesto storico si inserisce Gabriellino, un “sant’Antonio” di uomo che con un corpo fasciato di muscoli ben rappresenta il macho di allora. La Plasmon fece la fortuna di Fioravanti e viceversa, il corpo dell’uomo da lì a breve diverrà un’icona per un’intera generazione.
Dopo la fase fortunata dello spot dei biscotti, si aprirà per il nostro Gabriellino un nuovo e “oscuro” periodo di circa vent’anni all’interno di una prigione egiziana.

“Abbandonati gli sketch girati sulla spiaggia del suo paese, Giulianova (riviera adriatica d’Abruzzo), trascorre un periodo in Germania, dove inizia la sua carriera criminale nel mondo dei night club e delle bische clandestine. Rientrato in Italia si dedica a traffici internazionali per conto della cosca palermitana di Gaspare Mutolo, detto “u’ baruni di Partanna Mondello”, collaboratore di giustizia dal 1993. Il 24 maggio 1983 Palestini viene arrestato dalla polizia egiziana presso il canale di Suez, a bordo del cargo “Alexandros G.” in possesso di 250 chili di eroina. Dopo la richiesta di condanna a morte del Pubblico Ministero, viene condannato alla pena di 25 anni nel “Carcere di Punizione per condannati ai lavori forzati” di Abu Zaabal, a 40 chilometri dal Cairo, trascorrendo i primi 18 mesi in isolamento totale. Palestini era l’unico detenuto di nazionalità italiana in Egitto. In quegli stessi anni il giudice Falcone e il pool antimafia scrivevano le storiche pagine dell’istruttoria del maxiprocesso, nella quale Fioravante Palestini viene più volte citato. Nonostante l’interessamento dello stesso Giudice Falcone, il quale, non senza difficoltà, chiese l’estradizione di Palestini, le autorità egiziane rifiutarono per la gravità del reato. Superato l’impatto con la brutale realtà del carcere egiziano, anche grazie alla sua straordinaria forza fisica, egli riesce a guadagnarsi un angolo tutto per sé, assieme al rispetto degli altri detenuti e degli stessi ufficiali; era il solo a poter uscire ogni giorno dalla cella per gli esercizi fisici con manubri e pesi. Nel corso della sua detenzione furono molti i tentativi per permettergli di scontare il resto della pena nel suo Paese, ma un accordo tra Italia ed Egitto in merito all’estradizione dei condannati è stato raggiunto solo in anni recentissimi. Nel 2003 Gabriellino finisce di scontare la sua pena. Oggi è reinserito nella comunità. Vive e lavora nel suo paese natale, circondato dagli affetti più cari: la madre, gli amici d’infanzia, il mare e il pensiero costante della figlia trasferitasi in Messico. (1*)

Fioravanti Palestini oggi

Ma non finisce qui, perché Gabriellino non smette di stupire e mai si accontenterà di passare una serena “terza età” come un normale pensionato. Del resto, la sua vita sempre al limite ci mostra un uomo il cui concetto di “normalità” mal gli si addice. Così, il nostro Ercole abruzzese tornò a far parlare di sé il 27 agosto 2009: partito dalla città di Sebenico (Croazia) con un pattino a remi, vogando per circa 30 ore seguito da una barca appoggio, raggiunse Giulianova, sua città natale.
Il 29 agosto 2017, Fioravanti stabilì un nuovo record all’età di 71 anni. Ripete la traversata partendo da Sebenico (Croazia) e più precisamente dal faro della Lucietta alle ore 6.00 con arrivo al porto di Giulianova alle 9,30 impiegando 27 ore e 30 minuti, abbassando di circa 150 minuti il suo precedente limite.

L’uomo Plasmon e il magistrato Gianfranco Jadecola, in traversata in pattino Giulianova-Sebenico per festeggiare i 70 anni di entrambi.

Nel 2010 la Rai, nel programma Dixit in onda su Rai Storia, gli dedicò un documentario di natura biografica.(2*)
Insomma, Gabriellino non è un uomo come tutti, ha conosciuto l’orrore e la magnificenza del personaggio che “incarna”, un uomo che ricorda tanto proprio quei “guerrieri” epici che egli ha rappresentato in gioventù. Un uomo che ha ancora tanto da dare e da raccontare a questa nostra “storia”.

Rossella Tirimacco

 

Fonti bibliografiche

1*) La vera storia dell’uomo Plasmon

2*) Wikipedia