A Schiavi d’Abruzzo il Carnevale è differente…
Niente carri né maschera alla moda
ma un Carnevale che è la storia di un antico culto pagano di cui i Mazzaroni ne tramandano il significato…
Schiavi d’Abruzzo è un piccolo borgo di circa 600 abitanti che sorge a 1172 metri s.l.m. sul versante meridionale del monte Pizzuto nella provincia di Chieti. É uno di quei paesi arroccato sulla montagna e che conserva al suo interno storie preziose e antiche tradizioni che ci parlano di mondi lontani. Le origini di Schiavi d’Abruzzo si fondano con i gloriosi popoli italici, in questa zona infatti vivevano un tempo i Pentri, una delle quattro tribù che formavano i popoli sanniti.
Qui a Schiavi, quel mondo antico si rivela attraverso quelle tradizioni tipiche del luogo, come ad esempio il festeggiamento del Carnevale, una manifestazione davvero singolare rappresentata dai Mazzaroni, dei giovani uomini del paese che ci “raccontano” una di quelle storie rimasta impressa nella memoria degli abitanti.
Il carnevale abruzzese, in origine, era infatti una festa propiziatoria per la ripresa vegetale dopo la stasi dell’inverno. Ed è proprio in questo contesto che si inseriscono appunto “I Mazzaroni”, questi strani personaggi che indossano dei copricapo detto il Cimiero (C’mir) di varie forme, ricoperto di colorati fiori di carta e nastri (zagarelle). Alla testa del gruppo troviamo Pulcinella, la figura centrale del carnevale schiavese, che si distingue sia dal vestito ma soprattutto dalla “mazza” (sagliocca) quale simbolo di potere, di semidivinità e di rinnovamento della natura.
La rappresentazione simbolica del maschile e femminile si evince dalla forma del copricapo, tondo per gli uomini che rappresentano le donne e a punta per gli uomini.
Il gruppo dei Mazzaroni, accompagnato dalla gente del paese, dai turisti e dai curiosi, sfila lungo il paese e si ferma in visita in diverse case, a mò di Via Crucis, dove vengono allestiti banchetti con ogni ben di Dio che vengono offerti a chiunque voglia fermarsi. Durante le varie soste i balli e i canti allietano l’allegra comitiva che propone “la spallata”, un ballo molto antico, la cui esecuzione ci rimanda alle danze rinascimentali. La tradizione di questo ballo è particolarmente viva a Schiavi e tutti i suoi abitanti ne conoscono i vari passaggi. Il corteo termina a sera, dopo tanto cibo, vino e allegria.
L’accoglienza di queste straordinarie “genti d’Abruzzo” è una caratteristica che probabilmente fa parte del loro Dna e che ha a che fare con il loro essere “gente di montagna” ma soprattutto figli di un popolo glorioso.
Il nostro ringraziamento per la giornata trascorsa insieme ai Mazzaroni e agli abitanti schiavesi. Abbiamo messo su due chili, ma ne è valsa davvero la pena.
Grazie e a presto da Rossella, Antonio e Demetrio!
Rossella Tirimacco