L’estate sta ormai arrivando, e il sole ci invita ad uscire fuori e a superare emotivamente la chiusura forzata che ci ha tenuti in casa per tre mesi. E’ ormai tempo di riprendere a viaggiare, e questo, per molti, potrebbe essere l’anno adatto per scoprire le numerose bellezze della regione Abruzzo.
Questa volta ci rechiamo a Serramonacesca per immergerci nella lussureggiante vegetazione dell’Alento river.
Arrivati presso l’abbazia di San Liberatore a Majella, all’interno del parco che circonda l’abbazia, c’è un piccolo sentiero che si snoda lungo il corso del fiume. e che condurrà il visitatore in un paesaggio degno di un film di Indiana Jones.
Pochi minuti di tragitto prima di entrare nel magnifico paesaggio del fiume Alento, ed ecco che di colpo ci si ritrova in un ambiente davvero suggestivo. La luce che filtra dalle numerose piante che crescono rigogliose in un habitat reso fresco dalle acque del fiume che nasce proprio qui a Serramonacesca, creano tutt’intorno uno spettacolo “magico”..
Il fiume che “canta”, le cascate diventano un’ orchestra, che ci accompagnano in questo nostro straordinario viaggio in un mondo fatto di natura e di spiritualità.
L’Alento river infatti, non è solo un paradiso naturale, ma è anche un luogo tutto da scoprire e che fa parte di quell’Abruzzo misterioso di cui ad oggi sappiamo ancora poco. Seguendo il corso del fiume, si arriva infatti alla parete destra della valle, dove troviamo un complesso rupestre di tombe interamente scavate nella roccia.
Si tratta di tre tombe, una piccola cappellina ed una nicchia, le cui origine si ritiene non siano superiori al X secolo.Le tombe sono realizzate ad arcosolaio , un tipo di sepoltura utilizzata per le catacombe cristiane. Tre gradini posti all’interno della cappellina portano ad un podio su cui era posta una statua. Data la vicinanza con la chiesa di San Liberatore, si presume che un gruppo di eremiti si spostò qui in zona intorno all’VIII e IX secolo e utilizzasse il complesso rupestre come luogo di culto e ivi seppellivano i loro morti. Secondo alcuni il luogo di culto era dedicato a San Giovanni
Nel tempo, il complesso perse la sua funzione e venne abbandonato.
Osservare queste tombe scavate nella roccia, fa pensare alle tante storie che si sono succedute all’interno di questa valle e vien da chiedersi quanti segreti custodisce questa regione. L’Abruzzo è una terra ancora tutta da scoprire… e forse sta aspettando di raccontare i suoi segreti all’esploratore che c’è in te!
Rossella Tirimacco