LA STREGONERIA IN ABRUZZO: LA STREGA ORSOLINA

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Vien sempre da chiedersi da che parte stia Dio nel momento in cui alcune delle sue creature ne sterminano altre, ieri come oggi. Osservare il passato può darci una diversa prospettiva del mondo in cui viviamo, poichè è solo guardando indietro che è possibile capire questo “presente”. Il nostro è un passato macchiato di sangue e orrori, un passato che ha relegato la donna ad un essere inferiore, un essere che bastava la supposizione di essere possedute dal demonio, ed ecco che ella perdeva ogni diritto. Le donne potevano essere ingannate, maltrattate, torturate ed uccise; trattate come nemiche disumane di Cristo e dell’umanità, per circa tre secoli, sotto la benedizione del Papa, furono sterminati milioni di individui accusati di stregoneria, all’80% donne e bambine. E’ infatti nel continente europeo che l’uomo ha raggiunto il massimo livello di crudeltà nei confronti della donna; e ciò va sottolineato affinché nessuno possa cadere nell’errore di pensare che le radici culturali e religiose dell’Europa cristiana siano moralmente superiori a quelle di altre regioni del mondo. La nostra regione, come tutta l’Europa, fu colpita anch’essa dalle persecuzioni durante il periodo dell’Inquisizione, il delirio collettivo contagiò l’intera popolazione, individui di ogni estrazione, e di ogni età. Vittime per eccellenza nell’antichità di perversi e sadici esperimenti di tortura, furono appunto le donne, vittime degli orrori che gli uomini sono capaci di commettere quando la ragione viene sostituita dall’idiozia e dagli istinti più bassi suggestionati dalla paura. Quelle che vi presenteremo, in più pubblicazioni, sono alcune delle storie accadute nella nostra regione, storie che pochi conoscono ma che fanno parte del nostro bagaglio storico e culturale e che meritano la giusta attenzione da parte di un popolo che intende riappropriarsi delle proprie radici.

Storia della Strega Orsolina di Pasquale-Miano 1612

Quella di Orsolina Di Pasquale, è una storia piuttosto emblematica e che da l’idea del clima che si viveva all’epoca. Orsolina: “fama tirsta”, secondo i testimoni del processo, è una meretrice, perché aveva partorito più volte senza aver mai avuto marito. Orsolina, che conosce i segreti delle erbe, ha una figlia da mantenere, e forse si è procurata qualche aborto, in quella situazione di degrado e miseria. Orsolina, che è sempre pronta adaccudire gli alti, compresa Francesca, “spiritata da un anno”. Le basta sussurrarle poche parole all’orecchio, e la donna si acquieta.Lo fa davanti a tutti, Orsolina. Non va forse in chiesa ogni domenica a recitare le orazioni? Ma le crisi di Francesca, qualche tempo dopo, riprendono più forti di prima. E’ un maleficio! Orsolina si ritrova ad essere accusata di stregoneria da un giorno all’altro. Viene chiusa in carcere, processata, invano si proclama innocente. Spiega che le parole dette erano quelle pronunciate dal prete a messa (“Adoremus te,criste”). Che non saprebbe nemmeno tradurre, ma che certo non possono far male. Ammonita dal vescovo ad abbandonare “sotterfugi e menzogna” e a confessare la verità, Orsolina non ritratta. Non ha fatto nulla di male. Viene torturata: spogliata, legata e tirata con la fune(“elevata”). Ma dalla sua bocca non escono che lamenti e preghiere, non nomi di diabolici complici. E’ rimandata in carcere e mesi dopo, condannata. Non al rogo, ma “a stare in ginocchio con un cero in mano davanti alla porta della cattedrale di Teramo, un giorno festivo, mentre si celebra la messa, e all’esilio da Miano e da tutta la diocesi di Teramo per un anno”.

 

 

Rossella Tirimacco

Testi tratti da: “Le superstizioni degli Abruzzesi” di Emiliano Giancristofaro-Opuscolo informativo“Streghe: dramma, emozione, turbamento in un mondo che ci appartiene”di Franco Di Silverio