I TRE GUERRIERI

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Si dice rappresentino tre principi guerrieri di pietra,ma di loro si conosce pochissimo.Si sa che – a parte i copricapi ed alcune minime differenze di look – questi Principi europei dell’età del ferro sono bardati in maniera pressoché identica, con collari di bronzo spessi, i pugnali sull’addome, i bracciali importanti quasi alle ascelle.

capestrano
Guerriero di Capestrano

Sono il Guerriero di Capestrano ( ritrovato per caso nel 1934, a metà strada tra Chieti e l’ Aquila) è alto due metri e 10 (esclusa la base); degli altri due principi guerrieri trovati in Germania uno (quello da Glauberg ) è un metro e 85, e l’ altro (quello di Hirschlanden) un metro e mezzo ma solo perché ha le gambe spezzate.
La strana posizione delle loro braccia, ieratica, con gli avambracci paralleli che pendono in giù, non può essere un caso e che, anzi, li connota come appartenenti a un’unica cultura estetico-simbolica. Stessa razza-stessa faccia, quindi? Oppure opere di artisti giramondo che, nel VI e V secolo prima di Cristo, zigzagavano tra Marche, Abruzzi e Germania a piazzare a pagamento statue funebri come queste, su tumuli circolari sorprendentemente simili?
Difficile dirlo, sappiamo però che essendo state ritrovate altre statue in frantumi, nei pressi di Glauberg, se ne deduce che ogni statua dovesse rimanere lì, sul suo tumulo, a ricordo dell’ ultimo sovrano deceduto, fin quando non fosse morto il nuovo principe regnante.

Guerriero di Hirschlanden
Guerriero di Hirschlanden

Delle tre statue la più bella, la meglio conservata, la più surreale – con quel suo sombrero a falde larghe, con tanto di cimiero – è proprio quella di Capestrano.
E’ anche uno stranissimo azzardo per gli anni in cui fu fatta: siccome poggia su due piedi che non ne avrebbero potuto garantire la stabilità, l’artista che la creò, escogitò due fregi laterali che sembrano lì solo per abbellirla ma che invece la puntellano, con eleganza. A fine lavoro doveva essere davvero soddisfatto di quella soluzione: sul bordo laterale destro, infatti, lo scultore ha lasciato scritto – con caratteri decifrati solo una decina di anni fa da Adriano La Regina – “Me bella immagine fece Aninis per il re Nevio Pompuledio”.
Scritta davvero importante, da considerarsi la prima vera firma di artista – Aninis, appunto – della storia dell’arte visto che è datata VI secolo avanti Cristo e che Fidia arrivò solo il secolo dopo.

La statua più pazza è quella che i tedeschi hanno battezzato da decenni “Topolino” per quelle sue due orecchione smisurate che lasciarono di stucco persino gli archeologi tedeschi che la ritrovarono a Glauberg.

Guerriero
Guerriero di Glauberg

La più astratta e malridotta, splendida peraltro, è il Guerriero di Hirschlanden: l’unica tutta nuda, l’unica vistosamente su di giri, “itifallica” la catalogano gli esperti.
Dei tre giganti si sa a malapena quel che si vede e poco più. Marche, Abruzzi e Germania un legame tutto da scoprire, per ora solo indizi, ipotesi, supposizioni e misteri.

 

 

 

 

 

 

Tratto da un articolo di Sergio Frau (Repubblica — 20 giugno 2000)