Ci troviamo in provincia dell’Aquila, a pochi passi dal borgo di Campana, nel comune di Fagnano Alto, qui si erge un’opera d’ingegneria che ha attraversato secoli di storia: il Ponte romano sul fiume Aterno. Costruito nel I secolo d.C. per volere dell’imperatore Claudio, questo ponte rappresenta il primo di una serie di 12 ponti realizzati lungo il corso del fiume, a testimonianza della straordinaria abilità tecnica dei Romani.
L’imperatore Claudio non era nuovo a opere ambiziose, e decise di sfruttare questo collegamento per congiungere due importanti vie: la Claudia Nova, una strada costruita per favorire il controllo dei territori conquistati, e la Poplica Campana, fondamentale per i commerci e gli scambi tra le diverse popolazioni. Attraverso queste strade, passavano merci, soldati e viaggiatori, contribuendo alla crescita dell’Impero.
Per ben diciotto secoli, il ponte di Campana ha resistito al tempo, mantenendosi integro e stabile, sfidando eventi naturali e storici. Tuttavia, nel XVII secolo fu soggetto a rimaneggiamenti, probabilmente a causa di danni strutturali o delle esigenze del periodo, senza però perdere il suo fascino originario.
Ancora oggi, il ponte fa bella mostra di sé, un testimone silenzioso di un’epoca lontana, in cui l’uomo e la natura coesistevano in un equilibrio perfetto. Attraversando le sue arcate, è facile lasciarsi trasportare dall’immaginazione, pensando agli antichi popoli che hanno calpestato queste stesse pietre, lasciando ai posteri un’opera di straordinario valore storico e culturale.
Non è solo un ponte, ma un simbolo. Ci racconta di un’epoca in cui la costruzione di opere pubbliche non era solo una questione pratica, ma un gesto di affermazione della grandezza di un impero. Oggi, immerso nel paesaggio quieto dell’Abruzzo, il ponte romano di Campana continua a ispirare ammirazione, ricordandoci che il nostro passato vive ancora, sotto forma di queste meraviglie architettoniche.
Giada Balassone