In questi giorni, abbiamo dedicato ogni energia e impegno per presentare, entro i termini stabiliti, le nostre osservazioni riguardo al progetto “Pizzone II” proposto da Enel Green Power. Questo progetto rappresenta una seria minaccia per il nostro amato Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. La costruzione dell’impianto non è solo un’operazione tecnica; si tratta di un intervento estremamente invasivo. Non siamo certi che i progettisti abbiano piena consapevolezza delle conseguenze di quanto Enel intende realizzare: oltre 12 chilometri di nuove gallerie nelle montagne delle Mainarde, che attraverserebbero il nostro parco.
Le gallerie avranno un diametro di fino a 10 metri e includeranno due “caverne” artificiali intercomunicanti. Il progetto prevede anche il taglio di quasi 4 ettari di bosco e lo scavo di circa 1,2 milioni di metri cubi di roccia, gran parte della quale sarà destinata a rifiuto speciale. Ciò comporterebbe gravi rischi per la biodiversità e la stabilità del nostro territorio.
Le nostre terre, habitat di specie uniche come l’orso bruno marsicano, non possono subire questa violenza. Siamo qui per proteggere ciò che è sacro e salvaguardare non solo un ecosistema, ma anche il futuro delle generazioni a venire.
Le osservazioni che abbiamo presentato non sono solo dati e statistiche; sono un grido d’allerta per tutti coloro che amano e rispettano questa terra. Tra le diverse criticità che abbiamo sollevato, emergono:
- Il rischio di contaminazione: L’uso di sostanze chimiche tossiche mette a repentaglio le falde acquifere e la salute delle comunità locali.
- Sboscamento e violazioni delle norme ambientali: Il progetto di Enel prevede il taglio di 38.000 mq di foresta all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, una zona riconosciuta a livello nazionale e internazionale per la sua biodiversità e per la presenza di specie protette come l’orso bruno marsicano. La distruzione di tali habitat, non solo viola le normative nazionali e regionali, ma infrange anche impegni internazionali presi dall’Italia, come la Convenzione di Berna.
- Il rischio idrogeologico e sismico associato alle operazioni di scavo in un’area classificata come R4,
un tipo di classificazione ci dice che l’area è attraversata da faglie sismiche attive, è particolarmente soggetta a frane, smottamenti e crolli, con un elevato rischio per la sicurezza di chi vive e lavora nel territorio. Interventi invasivi come quelli riportati nel progetto presentato da Enel in aree fragili come quelle classificate R4 possono destabilizzare ulteriormente le faglie sismiche, provocando potenziali terremoti o scosse secondarie. Inoltre, Le trivellazioni profonde, l’estrazione di grandi volumi di roccia e gli scavi di gallerie comprometteranno inevitabilmente la stabilità del terreno.
mettendo in pericolo non solo l’ambiente, ma anche le vite umane, con un rischio inaccettabile di frane e destabilizzazioni territoriali. - La gestione dei rifiuti speciali, derivante dagli scavi e dalla contaminazione della roccia con agenti chimici, impone ulteriori rischi alla qualità dell’ecosistema e alla salute delle comunità locali.
- L’oscillazione dei laghi proposta modificherà drasticamente gli equilibri naturali, con impatti negativi sull’ecosistema acquatico e sulla disponibilità di risorse idriche per la popolazione e l’agricoltura, compromettendo seriamente la stabilità delle risorse idriche locali.
- Le contraddizioni economiche legate all’efficienza energetica del progetto sono evidenti, con un impianto che produrrà meno energia rispetto alla proposta originale ma con opere infrastrutturali di dimensioni maggiori. Questo scenario alimenta dubbi sulla reale sostenibilità economica e sull’effettiva utilità del progetto per la comunità locale, portando a pensare che il fine ultimo sia più orientato al profitto aziendale che al benessere collettivo. In particolare, abbiamo sottolineato l’importanza di un turismo sostenibile per queste aree e come il progetto metta a rischio anche il valore economico e ambientale che il parco rappresenta. Le nostre osservazioni, inviate agli organi competenti, chiedono una revisione approfondita del progetto e, in mancanza di garanzie reali, il suo ritiro.
Insieme alle molteplici voci che hanno deciso di intraprendere questa battaglia per la difesa del nostro territorio, primo fra tutti il Coordinamento “No Pizzone II“, anche noi di Abruzzo Forte e Gentile abbiamo accolto l’appello del coordinamento. Abbiamo inviato le nostre osservazioni agli organi competenti, come previsto dalla legge, chiedendo una revisione approfondita del progetto e il suo ritiro in assenza di garanzie reali.
Tuttavia, non possiamo farlo da soli. Abbiamo bisogno del vostro supporto. Continuate a seguire gli sviluppi e fate sentire la vostra voce: ogni opinione conta nella salvaguardia di questo territorio unico!
È nostro dovere combattere per l’ambiente, per noi stessi e per le generazioni future. Uniamo le forze e facciamo sentire il nostro impegno! Continueremo a tenervi aggiornati su questa battaglia cruciale.
Fai la Tua Parte!
Gruppo Abruzzo Forte e Gentile
Le nostre osservazioni al progetto