ARROSTICINI: QUANDO IL SAPORE RACCONTA LA STORIA D’ABRUZZO

Gli arrosticini non sono solo un piatto tipico della regione Abruzzo, ma un simbolo di tradizione che nessuna variante moderna può davvero eguagliare. Le versioni proposte da chef e influencer – al forno, in friggitrice o impanate – non possono infatti raccontare la vera storia di questo cibo. Gli autentici arrosticini d’Abruzzo nascono dal fumo della brace, dai pascoli e dalla cultura millenaria. Perché l’arrosticino è più di un sapore, è un’esperienza che sa di storia e di terra.

Gli arrosticini, conosciuti anche con il nome di rustell’, rustelle o arrustelle, sono una prelibatezza culinaria della cucina abruzzese. La loro origine è radicata nel mondo pastorale e nel duro cammino della transumanza. Ormai noti in tutto il mondo, gli arrosticini non sono altro che piccoli pezzi di carne di pecora infilati su uno spiedino di legno e cotti alla brace.

Un legame con la transumanza

L’arrosticino rappresenta uno dei simboli più autentici della vita pastorale abruzzese. Nati probabilmente nel contesto della transumanza, un’antica pratica che vedeva i pastori spostare le loro greggi dai pascoli montani verso le pianure costiere, gli arrosticini sono il frutto di un’esigenza: non sprecare nulla. In quei lunghi viaggi, i pastori dovevano sfruttare al massimo le risorse a disposizione, e questo includeva anche la carne di pecora meno pregiata, che veniva tagliata in piccoli pezzi e cucinata direttamente sulla brace, all’aria aperta.

Le origini di un patrimonio regionale

La loro origine si perde nelle leggende: si racconta che furono inventati negli anni Trenta da due pastori, i quali, per non sprecare cibo, tagliarono la carne di pecora vecchia — notoriamente dura e poco appetibile — in piccoli pezzi, includendo anche le zone vicine alle ossa dell’animale. Questi pezzettini venivano infilzati su bastoncini di legno di salice, localmente chiamato “vingh”, una pianta che cresce spontanea lungo i corsi d’acqua, come le rive del fiume Pescara, per poi essere cotti alla brace all’aperto. Oggi i bastoncini sono per lo più di bambù o altri materiali, ma il legno di salice rappresenta l’origine storica.

Due province rivendicano la paternità dell’arrosticino: Teramo e Pescara. Tuttavia, l’unica certezza è che il territorio d’origine si colloca tra i comuni della zona del Voltigno. In ogni caso, furono i pastori tra le valli e i monti del Gran Sasso a “inventare” questa prelibatezza, oggi diventata patrimonio gastronomico della regione.

L’arrosticino nacque dunque da un’esigenza di non sprecare cibo, e probabilmente i pastori non avrebbero mai immaginato che quei piccoli pezzi di carne nostrana sarebbero stati prodotti e diffusi su larga scala negli anni a venire. Oggi, non si utilizzano più solo i tagli meno pregiati della carne, ma anche e soprattutto i migliori.

 12 ottobre 1930, uno scatto fotografico immortala una storia che da lì a breve sarebbe diventata patrimonio della regione. Davanti alla chiesa della Madonna delle Grazie a Civitaquana, in provincia di Pescara, vengono preparati e cotti alla brace “gli arrosticini”. La foto finì poi sul libro «Gli Abruzzi dei contadini 1923-1930». (Fonte Agi)

L’essenza di una tradizione

Questa è la breve storia di un cibo che caratterizza l’Abruzzo: dietro ogni arrosticino si sentono i monti, la natura, l’odore della brace, e il mondo pastorale tanto decantato da D’Annunzio nella poesia “I pastori”. L’arrosticino non è solo cibo, è parte dell’energia di questa terra.

Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti […]
(I pastori, poesia contenuta nella raccolta Alcyone, 1903)

Le varianti moderne, un rispetto da mantenere

E ora veniamo agli chef, più o meno stellati, che propongono gli arrosticini in “salse differenti”. Stendiamo un velo pietoso sugli arrosticini di pollo “impanati” o addirittura quelli con crema di broccoli— sicuramente buoni da mangiare, ma possiamo davvero chiamarli rustell’? Lo stesso vale per le ricette proposte da Benedetta, che suggerisce addirittura “gli arrosticini cotti con la friggitrice ad aria”! Certo, magari saranno anche accettabili, ma l’arrosticino non è solo cibo: è una filosofia regionale, e senza “fumo” non vale!

Insomma, diversi chef e influencer cercano di portare avanti varianti di un piatto che non può essere né imitato né modificato, perché, come detto prima, l’arrosticino non è semplice cibo: è storia, cultura e filosofia della regione polmone verde d’Europa, l’Abruzzo!

Se non l’hai mai fatto, ti invito a visitare l’Abruzzo e a gustare gli arrosticini nel loro ambiente naturale, immerso tra i monti e le valli che hanno dato vita a questa tradizione. Proprio come ogni boccone racconta una storia, l’Abruzzo saprà raccontarti le sue radici profonde e farti innamorare di una terra che vive di tradizioni, sapori e autenticità.

Rossella Tirimacco

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