All’interno dello straordinario castello di Roccascalegna vi è una sala dedicata agli strumenti di tortura. Vedere dal vivo, anzichè su delle foto, degli strumenti con cui furono brutalmente torturati milioni di individui, soprattutto durante il periodo della famosa “caccia alle streghe”, ci porta inevitabilmente a confrontarci con un passato macchiato di sangue e di orrore. Oggi si parla spesso di controllo mentale, ma pochi sanno che tale tecnica, oggi diventata una vera e propria scienza, ha origini molto antiche. L’uomo ha da sempre cercato la “chiave” d’accesso per il controllo di altri individui, vittime per eccellenza nell’antichità di perversi e sadici esperimenti furono proprio le donne, vittime degli orrori che gli uomini sono capaci di commettere quando la ragione viene sostituita dall’idiozia e dagli istinti più bassi suggestionati dalla paura. Il Tribunale della Santa Inquisizione nel 1487 ad opera di due monaci domenicani, Johann Sprenger ed Heinrich Kraemer, ideò un manuale investigativo, il Malleus Maleficarum “il martello delle streghe”, che fu un vero “capolavoro” su come realizzare un ingiusto processo. Tale manuale fu il primo “libretto di istruzioni” su come estorcere delle confessioni, accusare, torturare e bruciare vive centinaia di migliaia di donne innocenti, era il primo gradino “primitivo” verso il controllo mentale attraverso appunto, alcuni di questi “attrezzi” per la tortura.

La delirante persecuzione contro le streghe cominciò sotto gli auspici dell’Inquisizione, quando la Chiesa esercitava ancora una supremazia indiscussa sulla vita religiosa dell’Europa. L’Inquisizione era talmente concentrata sulla stregoneria, che ben presto si sarebbe lasciata cogliere del tutto alla sprovvista dall’avvento di una minaccia assai più seria, che avrebbe assunto l’identità di un monaco apostata di nome Martin Lutero. E’ comunque giusto ricordare che, trent’anni dopo la pubblicazione del Malleus Maleficarum, l’insensata caccia alle streghe avrebbe conquistato anche le giovani Chiese protestanti.

Gli autori del Martello delle streghe stabilirono il principio fondamentale secondo cui una strega deve accusarsi da sola, e se non lo fa volontariamente, qualsiasi mezzo è lecito. Poichè si supponeva che fossero possedute dal demonio, le streghe non avevano diritti. Le torture usate erano di vario tipo: alle vittime venivano stritolati in una morsa i pollici, le dita dei piedi e le gambe, poi venivano frustate fino a sanguinare. Curiosamente le frustate, lo schiacciamento dei pollici e perfino la ruota erano considerati soltanto parte dei preliminari, e non erano classificate come “vere torture”.

Nella seconda metà del XVI secolo, sia i cattolici che i protestanti mandarono al rogo non due o tre, ma centinaia di donne accusate di stregoneria: e questo delirio incendiario sarebbe proseguito per più di un secolo, raggiungendo il suo culmine nella sanguinosa guerra dei Trent’anni, svoltasi fra il 1618 e il 1648.

Il Malleus Maleficarum resta una macabra testimonianza per i posteri degli orrori che gli uomini sono capaci di commettere quando la ragione lascia il posto alla credenza, del livello di umana idiozia raggiungibile quando i cervelli spenti si abbandonano alla suggestione e alla paura. Un concentrato di sadismo, perfidia e ignoranza e stupidità . Un miscuglio di sessismo, sessuofobia è ottusità. La Chiesa che aveva sempre manifestato una forte tendenza alla misoginia, l’operazione contro la stregoneria le fornì un mandato su larga scala per una crociata contro le donne e tutto ciò che era femminile.
Il Manuale fu approvato dalla Chiesa da Papa Innocenzo VII e dal re di Roma Massimiliano I, divenendo così il manuale dell’Inquisizione.
Rossella Tirimacco
Tratto da: Il Malleus Maleficarum, una macabra testimonianza dal passato su come torturare e bruciare vive migliaia di donne innocenti, di Rossella Tirimacco