ROCCACARAMANICO, DA PAESE FANTASMA A MERAVIGLIA ITALIANA

Eravamo passati diverse volte lungo quella strada; quel paesino che scorgevo in lontananza in alto sulla montagna ogni volta catturava la mia attenzione. Mi chiedevo se fosse disabitato, le poche luci che si scorgevano non facevano pensare ad un luogo trafficato. Così, in un pomeriggio di aprile decidemmo di recarci a visitare quel paesino dove non ci vive quasi nessuno, e che nel 2012 gli venne attribuito il titolo di “Meraviglia italiana”.

   Particolari…

 

Ci troviamo stavolta in provincia di Pescara per la precisione a Roccacaramanico, un antico borgo medioevale a 1050 m. s.l.m, attualmente frazione di Sant’Eufemia a Majella, una località estremamente nevosa di cui detiene il record mondiale di nevosità, con ben 365 cm di neve, caduta in 24 ore il 17 dicembre 1961.(1*)

Qui il tempo si è fermato…

Roccacaramanico nasce come antico punto d’osservazione della vicina Caramanico(Rocca- Caramanico) infatti la storia delle due località appaiono legate tra di loro.
Il nome stesso del paese infatti, è composto da due parole “rocca” e “Caramanico” e che sta a significare che la parte sulla rocca, in passato era la fortezza dell’antica Caramanico. Le notizie del paese risalgono già dall’875 tra i possedimenti della Badia di Casauria.

La vecchia fontana…

Numerose signorie si succedettero nel paese, tra cui i Colonna, i D’Aquino, D’angiò e i d’Aragona. Nel 1929 infine, con decreto del Re Vittorio Emanuele III Roccacaramanico fu unito al comune di Sant’Eufemia a Maiella.
I diversi terremoti, così presenti in questa regione, nei secoli, non hanno risparmiato questa piccola roccaforte, che nonostante le ferite si è sempre rialzata. Questo fino al XX secolo, quando un terremoto differente, rese lentamente Roccacaramanico un paese fantasma. Il terremoto in questione, è quello economico.

Particolare di un portale in pietra

Un drago che spunta lentamente, e senza che tu abbia il tempo di accorgertene, ti incendia con il suo fuoco. Il processo di industrializzazione del XX secolo, se da una parte migliorò le condizioni di vita, dall’altra portò allo spopolamento di antichi borghi e piccoli paesi, con la conseguenza di aver perso una parte importante di economia rurale e artigianato locale, nonché memoria storica di parti importanti del passato.

 La bellezza delle forme…

Nel 1971, l’antico borgo era rimasto abitato da sole otto famiglie, e nel decennio successivo vi rimase una sola persona: Angelina.
La storia di Angelina, all’epoca riscosse un grande successo mediatico. Una donna anziana che abitava da sola in un paese fantasma, sfidando gli eventi atmosferici e la sua stessa sopravvivenza, pur di non abbandonare la sua casa, incuriosì milioni di telespettatori che seguirono la trasmissione “Pronto Raffaella”.

Una foto di Angiolina conservata al museo etnografico

Il programma portò alla ribalta una realtà, ignota persino agli stessi abruzzesi.
Osserviamo il cartello di benvenuto che fa la  sua scena all’ingresso del paese ” Il paese è piccolo, andate a piedi” . Un monito originale che serve a ricordarci  città inquinate dal traffico e dallo smog, ma anche un rimprovero ad una vita poco attiva e che ci vuole costantemente seduti in automobile.

Un cartello da non dimenticare…

Mentre ci aggiriamo per le vie di questo antico borgo, divenuto oggi una meta turistica, grazie ad uno straordinario processo di ristrutturazione e riqualificazione della zona, i miei pensieri vanno alla cara Angiolina, l’ultima guardiana del paese. Sembra quasi di vederla aggirarsi tra vicoli e case mentre ci mostra la “meraviglia italiana” che lei stessa ha difeso fino alla fine dei suoi giorni.

 La parte vecchia che guarda sul cimitero…

La  vecchia chiesa di Sant’Antonio, oggi municipio del paese, ospita il museo etnografico “Marcello M. de Giovanni”, al cui interno sono conservati reperti e tavole degli antichi usi e costumi abruzzesi. Fa una certa impressione osservare tanti oggetti del passato, è un po’ come viaggiare in una sorta di macchina del tempo, dove i nostri abiti moderni, stridono con l’ambiente circostante.

 Il museo e municipio

La pianta di maggiociondolo, lungo quello che è il “corso del paese” cattura la mia attenzione ricordandomi la storia di Maja e della sua disperata ricerca di questa pianta,l’unica in grado di poter salvare suo figlio Hermes morente.

   La pianta spoglia di maggiociondolo

La  pianta veniva inoltre, usata anticamente per i rituali d’innamoramento. Il maggiociondolo, nell’antica tradizione abruzzese, la notte di Calendimaggio, veniva spiantato e,  lasciato sulla porta della ragazza prescelta. Se la ragazza era consenziente, metteva il ramo in un vaso e il mattino successivo lo esponeva sulla finestra. Solo a quel punto il giovane innamorato poteva avanzare la richiesta.

   Il “corso” del paese

Arriviamo alla piccola piazzetta e qui si apre davanti ai nostri occhi uno scenario fantastico. Tutto intorno le montagne e il verde delle valli circondano come una cornice questo posto magico. Diverse persone sono appoggiate alla balconata che da sul belvedere. Tra un selfie e scatti professionali, la piazza sembra quasi un set fotografico.

La gradinata che conduce alla Chiesa di madonna delle Grazie

Ad un tratto la nostra attenzione viene richiamata dal brusio di alcuni turisti. Ci avviciniamo anche noi alla balconata ed ecco che scorgiamo una famiglia di caprioli che stanno richiamando i cuccioli. Si dirigono verso l’alto della montagna, quasi scappando. Il perché diventa subito evidente. Un gruppo di cinghiali si trovano proprio vicino al paese.

   Una famiglia di caprioli…

Ci gustiamo per un po’ lo spettacolo e riprendiamo il cammino. La gradinata accanto alla piazza, conduce ad una parte del paese ancora in fase di restauro. L’atmosfera che si percepisce è indescrivibile… sembra di trovarsi in un’altra dimensione. La grande pianta di noce, evoca antiche memorie fatte di streghe e fate.

  La grande pianta di noce….

Restiamo incantanti dal posto, stranamente… è come sentirmi a casa, dove ogni cosa mi è famigliare. Il sole sta tramontando, è arrivata l’ora di rimetterci in cammino. So che tornerò ancora a Roccacaramanico, so che tornerò ancora, poiché Angiolina è lì, ed è felice nel vedere il suo paese finalmente tornata in vita, non più un paese fantasma, ma una “Meraviglia Italiana”.

 

 

Rossella Tirimacco

Foto: Antonio La Civita

 

Citazioni e fonti

Museo etnografico Marcello M. De Giovanni

(1*) wikipedia