PESCOSANSONESCO: DOVE NACQUE LA PAROLA “ITALIA” E IL MIRACOLO COMPIUTO

 

Pescosansonesco

 

Continua il nostro viaggio in questa terra straordinaria e che ci da ogni giorno spunti su cui riflettere, una terra magica e misteriosa che riesce ad emozionarci e stupirci in tutto il percorcorso, una terra che in certi punti sembra che il tempo si sia fermato in un’altra epoca… o forse dimensione. A volte ci sembra di passare in uno stargate, alle nostre spalle il traffico e i rumori della città… poi di colpo innanzi a nostri occhi la scena cambia totalmente e ci si ritrova in luoghi che nulla hanno a che fare con la città e il suo concetto di “modernità”, luoghi dove la vita procede lenta e regolata dall’incedere delle stagioni, dalle varie festività religiose, ancora molto sentite, e dalle proprie tradizioni tenute ben salde e tramandate di generazione in generazione.

 

Il moderno complesso religioso sembra stridere contro la naturalezza della pietra…

 

Stavolta ci siamo fermati a Pescosansonesco, un piccolo borgo in provincia di Pescara, che conta circa 500 anime. Arroccato su uno sperone di montagna, si comprende a prima vista che la particolare posizione del paese è di tipo difensivo, caratteristica tipica dei numerosi borghi e fortezze così numerosi nella regione. Ogni borgo ha una propria storia da raccontare, alcune sono più ricche di particolari, altre meno, ma noi vogliamo ascoltarle tutte, vogliamo conoscerle e diffonderle, affinchè queste piccole “perle”, dei veri contenitori del nostro passato non vadano a morire del tutto, spesso nell’indifferenza generale.

 

La parte “vecchia”

 

Mentre stiamo per arrivare, ci colpisce già da lontano lo stridente contrasto tra il moderno edificio religioso dedicato al Beato Nunzio con gli elementi naturali, ma qui occorre fare alcune considerazioni.
Il borgo venne edificato nel medioevo, arroccato su uno sperone roccioso della montagna il “Pizzo della Croce”, infatti il suo nome deriva dalla parola latina “Pensulum” che significa pietra sporgente. Nel 1934 una frana si abbattè lungo la montagna, distruggendo gran parte dell’antico borgo. Fu necessario ricostruire parte del paese, ma la parte nuova, detta Ambrosiana, venne ricostruita più a valle, a due chilometri di distanza dalla “parte vecchia”.

 

Luoghi in cui il tempo si è fermato in un’altra epoca… o dimensione?

 

L’economia del paese per molti secoli si è basata essenzialmente sull’agricoltura e pastorizia, ciò fino all’arrivo “dell’era moderna”, quando le industrie lentamente presero il posto delle campagne da coltivare e che poco per volta vennero abbandonate e, insieme ad esse, anche i piccoli borghi subirono la stessa sorte. Provo ad immaginare questo luogo con gli occhi di una donna del secolo scorso. Provo a pensare cosa significasse restare qui tra queste montagne, mentre più a valle una nuova epoca fatta di industrie, fabbriche, macchine, negozi, luci, rappresentava un’altra realtà. Era quella l’epoca in cui gli antichi borghi e vecchi paesi, non erano nemmeno all’orizzonte come risorsa turistica, anzi… erano visti con disprezzo… un passato di fame e povertà che si voleva dimenticare. Normale lasciarsi alle spalle il luogo natio e iniziare una nuova vita. Molti paesini riuscirono a malapena a sopravvivere grazie ai pochi coraggiosi che restavano, altri invece vennero abbandonati completamente per essere riportati in vita molti anni dopo, grazie ad imprenditori “lugimiranti” che li trasformarono in località turistiche, esempio ne è Santo Stefano di Sessanio.

 

Con gli occhi di una donna del secolo scorso provo a pensare cosa significasse restare qui tra queste montagne, mentre più a valle una nuova epoca  rappresentava un’altra realtà

 

Pescosansonesco, invece riuscì a sopravvivere grazie ad un “miracolo”, un miracolo così potente ricevuto direttamente dalla figura del giovane Nunzio Sulprizio, considerato il protettore degli invalidi e delle vittime del lavoro, che trasformò il borgo in un luogo di culto religioso e meta di numerosi pellegrinaggi.
Molti sono i miracoli a lui attribuiti, tant’è che all’interno del santuario a lui dedicato vi è un’ala dedicata agli ex-voto, dove in bella mostra vi sono numerose apparecchiature ortopediche lasciate come prova del miracolo ricevuto.

 

La statua del Beato Nunzio all’interno del santuario, il giovane morì nel 1836 all’età di soli 19 anni

 

Mentre ci aggiriamo per le strade del borgo, siamo affascinati dalla parte vecchia che con le sue case semidistrutte sullo sperone della montagna, continua a ricordare memorie del passato, diffondendo sul paesaggio un’aria suggestiva e misteriosa, caratteristica tipica dei luoghi abbandonati.
Fa un certo effetto vedere certi luoghi e pensare che proprio su una zona come questa, per la gran parte ignorata dal mondo… solo in pochi sanno che qui “venne scritta la storia”.

 

Testa laureata di Italia, si noti la parola ITALIA che compare per la prima volta. Il rovescio della moneta raffigura la scena di un giuramento: otto soldati, quattro per parte, indicano con le spade un maialino tenuto da un giovane; sullo sfondo, uno stendardo.

 

Già, perchè proprio su questo sperone di montagna, nel 91 a.C. presso l’importante Santuario italico-romano di Monte La Queglia, i capi tribù dei popoli italici si riunirono e prestarono il giuramento di fedeltà per muovere guerra contro Roma con la famosa Guerra Sociale. Ed è proprio su questi monti che probabilmente venne “ufficializzata” la parola “Italia”. A sostegno di questa tesi il rinvenimento nel sito archeologico “Monte Queglia” di un Santuario romano e la moneta in argento sulle cui facce sono riprodotte la scena del giuramento e l’immagine di una donna con la scritta ITALIA. “Ovviamente”, la moneta non è conservata a Pescosansonesco e nemmeno in un qualche museo italiano, bensì è conservata nella Biblioteca Nazionale in Parigi.

 

Il tratto di strada “punto gravità” , lungo questo tratto si verifica il fenomeno delle strada conosciute come “salita in discesa” sono dei tratti di strada dove si verificano degli strani fenomeni, le macchine in piena salita, sembra stiano scendendo, e in discesa sembra che salgono. Noi ci siamo stati, ma a dire il vero e per onestà dobbiamo dire che in questo punto non abbiamo sperimentato nulla.

 

 

Non riesco a non sentirmi un pò intristita nel realizzare quanta storia intorno a noi, quante opere d’arte vengano spesso dimenticate nell’indifferenza generale. Pezzi di storia, della “nostra” storia e del nostro glorioso passato, sembra che siano in pochi a cui interessa davvero. Mentre ci avviamo per la strada di casa dò un’occhiata alle mie spalle e ringrazio quel santo… di aver compiuto il miracolo salvando questo piccolo borgo dalla morte certa.

 

 

Rossella Tirimacco

Foto: Antonio La Civita

Riportiamo direttamente dal sito Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga  i luoghi di interesse di Pescosansonesco

Emergenze Storico-culturali

Santuario del Beato Nunzio Sulprizio presso l’antica fonte Riparossa
Chiesa di Santa Maria in Blesiano totalmente in pietra e risalente al XIV secolo situata nel nuovo borgo a circa 2 km dal centro
Chiesa di San Nicola situata alle pendici dello sperone roccioso dove era situato il vecchio borgo prima della frana e dove ancora oggi sono visibili i resti del castello e parte del centro storico
La Bottega dove il Beato Nunzio Sulprizio lavorava come fabbro insieme allo zio
Il Convento Santa Maria in Coll’Angeli
La Fonte Romana situata in contrada “Villa delle Grazie”
Pinacoteca di Arte Sacra “Vita del Beato Nunzio Sulprizio”, le opere esposte all’interno del Santuario del Beato Nunzio Sulprizio sono state dipinte e donate alla Parrocchia dal Pittore e Musicista Mario Di Donato”
Resti di un santuario italico-romano presso località Pizzo della Croce molto probabilmente sede del celebre giuramento prestato dagli Italici contro Roma in occasione della guerra sociale(90-87 a.C.).

Curiosità

Grotta del Diavolo (classificazione SV2E) in località Monte Queglia
“Punto di gravità” – Famoso tratto di strada, prima dell’ingresso in paese, nel quale la strada che appare in discesa gioca un effetto strano: rimanendo in macchina ferma nel punto preciso, ci si accorge che l’automobile invece di camminare verso la discesa prosegue nel senso opposto in salita.