IL MONTE AMARO E IL DOLORE DELLA DEA MAIA

 

La catena della Majella con Monte Amaro con i suoi 2793 metri

Sin da bambina mi chiedevo il perchè di certi nomi e  perchè certi luoghi  evocassero quasi sempre una qualche divinità. E’ ovvio che se ad un monte era stato il nome come “Amaro”, una ragione doveva pur esserci, nella mia mente di bambina, correvano allora mille pensieri e costantemente mi ponevo infinite domande, domande che non sempre avevano una risposta, forse per questo, ancora oggi, continuo a cercare e a chiedermi il perchè di un’infinità di cose che sono sotto i nostri occhi, ma che spesso, forse per abitudine, nemmeno notiamo. L’Abruzzo è una terra  magica e ricca di leggende…  leggende che non tutti conoscono, forse per questo mi piace riproporle o condividere storie che leggo un pò in giro. Quella che sto per raccontarvi è la leggenda del Monte Amaro…

Racconta la leggenda che la sua vetta, il Monte Amaro, sia nato con morte della dea Maia, fuggita dalla Frigia per scampare alle oscenità di una guerra che aveva mortalmente ferito suo figlio Ermete. Così, inseguita dal nemico e con in braccio il fanciullo morente, Maia riuscì con una zattera di fortuna a raggiungere le coste adriatiche, sbarcando nell’attuale Ortona. Dopo un breve cammino dovette suo malgrado constatare la morte del figlio. Lo depose così a terra, ricoprendolo di sassi e dando vita alla vetta del Corno Grande del Gran Sasso (che, vista da una certa prospettiva, sembra difatti un volto con gli occhi chiusi). Stremata dal dolore, Maia continuò il suo pellegrinaggio fino ad accasciarsi esausta e morire. Il suo dolore per la perdita del figlio, grande quanto una montagna, diede vita a quell’amaro macigno, il cui passo più famoso è ancora oggi conosciuto come “Passo di femmina morta”.

 

 

Rossella Tirimacco

 

 

Fonte:http://subcity.it/kvlto-4-people-from-montagna-rubrica/