LETTOMANOPPELLO, MEMORIE DI ANTICHI CULTI PAGANI: SAN MICHELE ARCANGELO E I RITI DI PRIMAVERA

L’arcangelo Michele schiaccia Satana, Guido Reni, 1636

 

Il culto dell’arcangelo Michele (impropriamente ma tradizionalmente equiparato ad un Santo) è di origine orientale. L’imperatore Costantino I a partire dal 313 gli tributò una particolare devozione, fino a dedicargli il Micheleion, un imponente santuario fatto costruire a Costantinopoli. La prima basilica dedicata all’arcangelo in Occidente è quella che sorgeva su di una altura al VII miglio della Via Salaria, ritrovata dalla Soprintendenza Archeologica di Roma nel 1996; il giorno della sua dedica, officiata con ogni probabilità da un Papa prima del 450, ovvero il 29 settembre, è rimasto fino ad oggi quello in cui tutto il mondo cattolico festeggia “San Michele”. La basilica “in Septimo” fu meta di pellegrinaggi fino al IX secolo, quando il riferimento geografico della festa del 29 settembre risulta trasferito al santuario garganico e alla chiesa di Castel Sant’Angelo a Roma.
In Oriente san Michele è venerato con il titolo di “archistratega”, che corrisponde al titolo latino di princeps militiae caelestis (principe delle milizie celesti) che compare nella preghiera a San Michele.
Alla fine del V secolo il culto si diffuse rapidamente in tutta Europa, anche in seguito all’apparizione dell’arcangelo sul Gargano in Puglia. Secondo la tradizione, l’arcangelo sarebbe apparso a san Lorenzo Maiorano, vescovo di Siponto l’8 maggio 490, ed indicatagli una grotta sul Gargano lo invitò a dedicarla al culto cristiano. In quel luogo sorge tutt’oggi il Santuario di San Michele Arcangelo – Celeste Basilica – (nel mezzo del nucleo cittadino di Monte Sant’Angelo), che nel Medioevo fu meta di ininterrotti flussi di pellegrini, i quali per giungervi percorrevano un percorso di purificazione lunga la Via Francigena.

 

Lettomanoppello

 

Fin dal VII secolo i pastori pugliesi che si recavano in transumanza sulla Maiella portarono con loro il culto di San Michele Arcangelo. A Lettomanoppello, a circa 750 m slm, c’è un’ampia grotta in cui è collocata una statua in pietra del santo, particolarmente venerata nei secoli passati da tutti i lettesi (abitanti di Lettomanoppello) che, ogni anno, l’8 di maggio si recavano in processione dal paese fino alla grotta per celebrarvi messa. Pietro da Morrone, futuro Papa Celestino V, ai piedi della grotta costruì una piccola cappella.

Attualmente nella grotta è collocata una copia della statua in quanto quella originale, poiché di notevole valore storico-artistico (nonché economico) dopo un tentativo di furto è custodita presso il Museo delle Genti d’Abruzzo a Pescara.

Anticamente, il rito religioso nella grotta di San Michele, avveniva dopo il “rito della fertilità delle greggi”, un rito che ricorda molto antiche tradizioni pagane in cui si omaggiava la fertilità l’inizio della Primavera. Negli ultimi anni la manifestazione sta tornando in auge con buon successo di pubblico.

 

La grotta di San Michele

 

Da non perdere la contrattazione delle morre, che ancora avviene con i metodi millenari della pastorizia transumante: si tratta di un atavico rituale che consiste nella “rimbrascat delle pecore” (raduno delle pecore) che vengono condotte dal paese in montagna, e sistemate in un’unica stalla.

 

Pubblicato da Redazione

Fonti: arcangelomichele.blogspot

Comune di Lettomanoppello

Foto: dal web