L’ENIGMA DEL TETTO CON I CAPPELLI

 

 

 

 

 

 

Il piccolo paesino-(vediamo chi lo riconosce)
La chiesa ed il monumento ai caduti con un cannone messo a ricordo dal gruppo alpini, sembra guardare l’edificio religioso, quasi a mostrare “guerra e pace”

Ogni volta che ci muoviamo per la regione, non sappiamo cosa ci aspetti, di una cosa però siamo certi, che torneremo a casa sempre più “ricchi”.

In un paesino della Marsica, giriamo tra vicoli e vecchie case, due chiacchiere con un gruppo di anziani fermi sulla piazza che ci guardavano incuriositi. Così spieghiamo loro il motivo della nostra presenza in paese. Nei piccoli paesi esiste un codice non scritto in cui “gli stranieri” o “forestieri” se preferite, vengono accuratamente studiati dalla comunità. I loro occhi sono come dei raggi laser, a cui non sfugge neanche un particolare del nuovo arrivato. Tale atteggiamento, del tutto assente nella grande città, nelle piccole località è invece molto presente e ancora molto sentito. Ciò fa parte della nostra memoria atavica di quando “bisognava difendersi dai nemici” da eventuali attacchi al proprio paese o castello. Per tale ragione, si nota come le persone siano così guardinghe e circospette. E’ un meccanismo incondizionato ancora molto attivo nelle comunità di certe zone, in altre invece sembra che le persone siano più inclini ad aprirsi allo straniero e dare fiducia, ma anche questo fa parte della nostra memoria “storica e ambientale”. Ergo, tutto è relativo e il nostro comportamento molto deriva dal luogo dove ci troviamo.

Ottenuto il benestare degli anziani, gentilmente questi ci indicano la strada  da percorrere. Salutiamo ringraziandoli  per i  buoni consigli  avuti e dopo la tappa al bar per un caffè, ci incamminiamo lungo le strade del piccolo paesino..
Mentre ci guardiamo intorno, tra una foto ed una altra, ad un tratto la nostra attenzione viene attratta da un tetto. Iniziamo a discutere tra noi sul “significato esoterico” di quella strana copertura. Mentre fotografo l’edificio ecco che un uomo con una lunga barba bianca ci vede e senza parlare con un semplice cenno della testa ci invita ad avvicinarci a lui. Così, gli spieghiamo il motivo del nostro arrivo e il fatto che eravamo incuriositi dal tetto.
L’uomo ci guarda con un sorriso e ci dice
“La spiegazione è molto più semplice di quella che credete.”
Gli occhi dell’uomo sono chiari come il riflesso del mare in una giornata di sole, e anche se la gran barba copre gran parte del volto, i suoi occhi mostrano una vita di chi ne ha viste tante.
Così ci avviciniamo e chiediamo gentilmente di raccontarci la “storia”….
L’uomo inizia così a raccontare ” Tanti anni fa… “
 
A volte un semplice incontro può aprire un mondo, a volte può chiuderlo, altre volte ci spinge a riflettere. Non ha importanza ciò che si ottiene o come andrà, ciò che conta è che ogni incontro, bello o brutto ti avrà comunque reso più ricco/a, e noi anche stavolta siamo tornati a casa con “una ricchezza in più”.
Non racconteremo la storia del tetto, prendiamo spunto di questa storia per lanciare una sfida, magari qualcuno di voi riuscirà a “decifrare l’enigma”.
Rossella Tirimacco