LE “AUTOSTRADE” D’ABRUZZO: I TRATTURI

Foto d’epoca

 

 

I Pastori

Settembre, andiamo. E’ tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.
Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d’acqua nafia
rimanga ne’ cuori esuli a conforto
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d’avellano.
E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente 
conosce il tremolar della marina!
Ora lungh’esso il litoral cammina
la greggia.Senza mutamento è l’aria.
Il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciaquìo, calpestìo, dolci rumori.
Ah perchè non son io co’ miei pastori?

Gabriele D’Annunzio

 

 

Il D’Annunzio nella lirica dedicata ai pastori descrive mirabilmente la “transumanza”, cioè la migrazione stagionale delle greggi e delle mandrie che si spostavano dai pascoli situati in zone collinari o montane (nella stagione estiva) verso quelli delle pianure (nella stagione invernale) percorrendo le vie naturali dei “tratturi”.
E proprio i tratturi sono le “autostrade d’Abruzzo”.

 

La terra dei tratturi e della transumanza, modellata sui monti e le pianure di Puglia, Basilicata, Molise, Lazio e Abruzzo.

 

Il tratturo è un largo sentiero erboso, pietroso o in terra battuta, sempre a fondo naturale, originatosi dal passaggio e dal calpestio delle greggi e delle mandrie. DI norma la larghezza del tratturo è di 111 metri corrispondenti a sessanta passi napoletani. Queste “autostrade”, hanno origini antichissime, in particolar modo quelle dell’Italia meridionale, risalgono alla preistoria e si svilupparono notevolmente durante l’epoca Sannita. Lungo il loro percorso venero eretti importanti fortificazioni e centri abitati e l’utilizzo di tali vie era gratuito, ciò fino all’arrivo dei Romani, i quali misero fine alla parola “gratuito, imponendo il dazio sul transito dei capi, provocando così l’insurrezione dei Sabelli, abituati sino ad allora alla “libera circolazione”.

 

 

Santa Maria in Centurelli-tratturo magno

 

Le piste erano percorse in direzione sud, verso la Puglia, dove esisteva presso la città di Foggia la Dogana delle Pecore, mentre nei mesi caldi percorrevano il percorso inverso tornando nei pascoli montani dell’Appennino centrale dove il flusso migratorio era regolato dalla Doganella d’Abruzzo.
Lungo i percorsi si attraversavano piccoli borghi, si incontravano chiese rurali o icone sacre, pietre di confine o indicatori del tracciato.
Dall’Abruzzo partono tutti e cinque i Regi Tratturi:
L’AQUILA-FOGGIA (244 km), era il più lungo e importante, chiamato anche Tratturo del Re o Tratturo Magno (descritto dal D’Annunzio perché arrivava a lambire le coste dell’Adriatico)
PESCASSEROLI-CANDELA (221 km)
CELANO-FOGGIA (207 km)
CENTURELLE-MONTESECCO (155 km)
CASTEL DI SANGRO-ĹUCERA (127 km)

 

Antonio La Civita