IL CASTELLO DI ROCCACASALE, UN GIOIELLO DI ARCHITETTURA FORTIFICATA

 

 

Sono circa 700 i castelli disseminati in Abruzzo, castelli di ogni genere e epoca. Di alcuni non sono rimasti che dei ruderi, altri sono ancora perfettamente conservati, altri ancora sono in fase di restauro, e di molti non è rimasta che qualche traccia. Queste affascinanti strutture ricche di leggende e che tanto incantano l’immaginario collettivo, testimoniano la storia di una terra “unica” nel suo genere, con un numero record di castelli, una rarità assoluta, secondo gli storici. Questa volta ci rechiamo al castello di Roccacasale, una struttura la cui distruzione avvenne per mano dei francesi durante quella che passò alla storia come “la battaglia di San Terenziano” e  non lasciò ai posteri che poche tracce di quello che un tempo era un glorioso castello-palazzo baronale. Andiamo a vederlo da vicino…

 

Il castello di Roccacasale

 

La tradizione vuole che il Castello venne costruito nel 925 d.C. per volere dei Conti di Spoleto per sbarrare agli Arabi la strada della Valle del Sangro e del Piano delle Cinquemiglia.
Tra il Medioevo e il Rinascimento, appartenne alla famiglia Cantelmo e poi, a partire dalla fine del XVI
secolo, ai Baroni De Sanctis, che ne mantennero il possedimento fino al 1799, anno in cui il Castello fu attaccato e distrutto in seguito all’invasione napoleonica.
Il Castello di Roccacasale costituisce, insieme agli altri castelli-recinto abruzzesi edificati in pendio, una delle costruzioni più singolari nell’ambito dell’architettura fortificata.

 

La struttura, dal tipico impianto triangolare, è simile a molte altre dei castelli dell’Altopiano di Navelli, come San Pio delle Camere, Barisciano o Fossa, ma a differenza degli altri castelli-recinto della provincia dell’Aquila, nel Castello di Roccacasale si trovano anche i resti di un palazzo baronale che testimoniano l’uso non solo nei momenti di pericolo dell’abitato che difendevano. La presenza continuativa nel Castello è testimoniata anche da altri resti che si trovano all’interno del recinto, come cisterne e fondamenta di altre abitazioni.
Il Castello è stato edificato su un sito impervio alle pendici del Monte Morrone a controllo del paese
sottostante e fa parte dello scacchiere difensivo della Valle Peligna.
La pianta delle mura è triangolare ed al vertice più alto si trova il torrione di avvistamento di cui restano il fianco nord-est e alcune strutture attigue a sud.

 

Antonio La Civita

 

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