FARINDOLA E IL MONUMENTO ALLA MEMORIA DELLA STRAGE DI MARCINELLE

 

Marcinelle, Belgio, 8 agosto 1956: nel Bois du Cazier muoiono 262 minatori. Tra di loro 136 sono italiani, 95 belgi, 8 polacchi, 6 greci, 5 tedeschi, 3 algerini, 2 francesi, 3 ungheresi, 1 inglese, 1 olandese, 1 russo e 1 ucraino. Metà dei 136 morti italiani erano abruzzesi. È una grande tragedia mineraria, è una grande tragedia dell’emigrazione italiana che è stata rimossa al pari di tutta la storia del lavoro italiano all’estero.

Giancarlo Restelli

Ci troviamo a Farindola in questo momento, un piccolo paesino di circa milletrecento abitanti che fa parte della provincia di Pescara. Inserito all’interno del Parco del Gran Sasso e dei Monti della Laga, Farindola è un borgo medievale fondato nell’XI secolo dai Normanni, arroccato attorno a un castello, in cima allo sperone roccioso.

La nostra è una visita veloce,  abbiamo poco tempo a disposizione, così con un’occhiata sfuggente  mentre ci aggiriamo  per le stradine del paese entriamo nella chiesa parrocchiale di San Nicola di Bari.

Riprendiamo il cammino per tornare dove abbiamo parcheggiato l’automobile, quando proprio di fronte la chiesa la nostra attenzione viene catturata da una strana scultura. E’ un monumento dedicato alla memoria dei minatori morti a Marcinelle.

 

 

Alcune delle vittime di quella tragedia in cui persero la vita 262 minatori, erano originarie di Farindola.

In un momento come quello che stiamo vivendo,  il tema dell’energia e della guerra iniziano a rievocare antiche memorie su  un’Italia sconfitta e ridotta alla fame a seguito della 2° guerra mondiale. Antiche memoria si sovrappongono sul tema dell’energia, e su un’autosufficienza energetica che l’Italia non aveva ieri e non ha oggi.

Un momento di riflessione di fronte ad un monumento che racconta una di quelle storie su cui è caduto il velo.

Marcinelle è una delle vergogne della politica italiana e del cinismo di una certa classe politica italiana che barattò  con il governo belga manodopera in cambio di carbone con un accordo di tipo schiavistico: nessuna garanzia per la sicurezza del lavoro, nessuna assicurazione seria sulla salute, sugli incidenti, sulla vecchiaia.

Un video girato in fretta mentre il sole sta tramontando. Di colpo inizio ad avere freddo, e non è solo per via delle temperature montane. Riprendiamo la strada di casa cercando di osservare il passato con gli occhi di chi  crede che “tutto accade per una ragione e solo il tempo potrà svelarci le risposte a cui oggi agognamo.

 

Per saperne di più sulla tragedia di Marcinelle 

 

Rossella Tirimacco