FANTASMI NELLA FORTEZZA? QUEI LAMENTI IN FONDO AL POZZO DEL SUICIDIO

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La terra d’Abruzzo non è nuova a storie di fantasmi e streghe, dalle antiche leggende- memorie di un paesaggio in cui un tempo la magia era una pratica comune- ad oggi e alle storie di fantasmi, lupi mannari e squadre di ghostbuster, il passo è breve.
Siamo ciechi rispetto a ciò che ci è permesso vedere e, intorno a noi, oltre lo spettro visibile, pullulano mondi di cui ignoriamo l’esistenza. A volte, frequenze di questi mondi, riescono a “sintonizzarsi” sulla nostra dimensione e nel nostro tempo ed è a quel punto che iniziamo a “percepire”: suoni, colori, figure, odori che normalmente nè vediamo, nè sentiamo. Il nostro modello di realtà si basa solo su ciò che i nostri cinque miseri sensi percepiscono e che poi il cervello interpreta creandone l’immagine o il suono. Appare quindi chiaro che, tutto ciò che a volte ci “appare” e che non rientra nelle nostro modello interpretativo di realtà, viene liquidato con parole come: scherzo della mente, isteria collettiva, schizofrenia, superstizione, mistero, suggestione ecc.
C’è poi chi fa del mistero un business del turismo, basti pensare ad esempio ai tanti castelli scozzesi e alle numerose storie di fantasmi di cui traboccano e che tanto affascinano l’immaginario collettivo.

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L’uomo, infatti sin dalla sua comparsa sulla terra, ha sempre cercato una spiegazione ai tanti misteri di cui era circondato e che non comprendeva, nascono così le divinità rappresentate dagli elementi naturali e che nel tempo inizieranno ad acquisire forme da adorare. In seguito le numerose religioni porteranno l’uomo a “credere” senza porsi domande, cancellando ogni prova tangibile di una dimensione superiore- uniche tracce rimaste “gli archetipi” di cui l’uomo ritrova a livello incoscio la sua vera idendità. In un quadro escatologico puramente materialistico di un mondo duale, dove l’essere umano si è collocato sempre in perenne lotta per la vittoria del bene e male, non è strano che la componente spirituale sia stata relegata ad una mera forma di puro folklorismo.
Nascono così storie e leggende che rappresentano mondi passati, dove la componente misteriosa non è altro che quella dimensione che i nostri sensi non possono percepire ma che in un qualche parte dentro di noi, sentiamo esistere.
Se il nostro viaggio in un corpo materiale ci porta a toccare terre ricche di misteri alla scoperta di risposte che sentiamo di cercare, non è insolito che certi “segni” si mostrino sovente innanzi a noi, in attesa di essere compresi e spiegati.
Ed è in questo meraviglioso viaggio tra le terre d’Abruzzo, che alcuni di questi “misteriosi” segni si manifestano in svariati punti della fortezza di Civitella del Tronto, uno dei Borghi più belli d’Italia in provincia di Teramo.
Il tutto inizia nel 2013, quando il paesino è stato interessato da alcune attività paranormali; secondo alcune testimonianze delle strane luci apparivano all’improvviso presso una fontana di Sant’Omero. Altri invece riferivano di strazianti voci che si udivano provenire nell’oscurità dei vecchi edifici disabitati della fortezza. Le vecchie storie poi, di lupi mannari nei pressi della Fonte Vecchia, un tempo usato dalle donne come lavatoio, erano la ciliegina sulla torta, al punto che il sindaco richiese l’intervento dell’Epas (European Paranormal Activity Society).

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Civitella del Tronto

Qualcuno all’epoca rise dell’iniziativa del primo cittadino, paventando che fosse una sorta di forma pubblicitaria per frenare lo spopolamento di un paese, la cui economia non è purtroppo mai decollata seriamente.
Quando però i ghostbuster sono arrivati a Civitella del Tronto, dopo circa un anno e mezzo dalla segnalazione dell’amministrazione comunale, sono stati effettivamente rilevati lamenti dal “pozzo suicida”, punto in cui negli anni sessanta un giovane si era tolto la vita e altri segnali furono captati da una grotta.

Rilievi nel pozzo
Rilievi nel pozzo

Quest è quanto si legge in una dettagliata intervista a Massimiliano Maresca, responsabile dell’Epas, riportata all’epoca da Primadanoi:

«Siamo stati attratti nella zona bagni, da un forte rumore conseguente ad un rilievo di campo elettromagnetico (un picco) da parte del nostro strumento chiamato KII», racconta il presidente Epas, Massimiliano Maresca.
«In questo punto, abbiamo fatto delle sessioni di Evp (Electronic Voice Phenomena) per imprimere con un registratore sensibile eventuali voci elettroniche che erano nell’ambiente circostante. Un altro strumento e’ stato messo nella grotta insonorizzata inserendo un microfono panoramico molto sensibile. Qui i rumori sono assorbiti dalle pareti della grotta che risulta totalmente asettica eppure si sono sentiti tre colpi ben distinti sul microfono e nella grotta non c’era nessuno. Ma l’esperimento piu’ eclatante lo abbiamo svolto vicino ad un pozzo dove negli anni Sessanta un ragazzo si e’ suicidato. Abbiamo sempre usato il KII ed abbiamo iniziato a fare domande come se stessimo parlando con una persona presente, facendo conto che in quel momento vi fosse lo spirito del ragazzo. Ad ogni domanda il KII si accendeva… nel contempo si sono sentiti dei terribili lamenti».

Verità o leggenda? Una trovata pubblicitaria o c’è qualcosa di vero? Difficile dirlo… da parte nostra non possiamo che lasciare una porta aperta al dubbio, con la consapevolezza di essere ciechi rispetti al mondo che vediamo, certi che la verità non è che un lungo viaggio attraverso le tenebre.

  © Rossella Tirimacco

A seguito il video delle indagini pubblicato dall’Enpa.