CULTI D’ABRUZZO: LE ACQUE MIRACOLOSE

lavino

Il culto delle acque dimostra un’impressionante continuità.
Nessuna rivoluzione religiosa ha potuto abolirlo: alimentato dalla devozione popolare finì per essere tollerato perfino dal cristianesimo, dopo le inutili persecuzioni medievali

Mircea Eliade

L’acqua, fonte e origine di ogni forma di vita, sostanza purificatoria e terapeutica è da sempre stata al centro di ritualità che hanno sacralizzato il paesaggio abruzzese: l’inspiegabilità della sua origine ha rivestito di magia alcuni luoghi, il Cristianesimo si è sovrapposto ai culti pagani dell’acqua, l’eremitismo ha contribuito ad avvolgere con un velo mistico la montagna laboriosamente organizzata dai grandi monasteri. L’acqua non è solo un oggetto geografico con una propria dimensione fisica, ma è anche un elemento che vive nella sfera intellettuale e spirituale dell’uomo, produce emozioni e interpretazioni che hanno portato nel corso dei secoli alla formazione di un ricco patrimonio culturale – costituito da beni materiali (fonti, grotte ed eremi) e immateriali (ritualità cultuali, manifestazioni folcloristiche ed opere letterarie) – che si innesta su siti di grande valore paesaggistico e naturalistico. (Silvia Scorrano- Le acque sacre in Abruzzo. Dal culto allo sviluppo territoriale)

L’Abruzzo è una terra ricca di sorgenti di acque prodigiose, ogni paese d’Abruzzo può vantare ‘acque miracolose ’ utilizzate fin dall’antichità ,acque ricche di notevole effetto terapeutico, acque che posseggono una alta concentrazione di minerali, tra le più qualificate, le ferruginose, le bicarbonate, le solfate e le sulfuree. Nei primi anni del 1800 appassionati ricercatori analizzarono e catalogarono le migliori acque abruzzesi, rendendole note tramite pubblicazioni scientifiche. Vi sono presenti le acque mediominerali, dove la concentrazione di sali è equilibrata e le oligominerali, che difettano di sali, particolarmente indicate in alcune patologie.

Acqua bevono le mamme senza latte che pregano Sant’Agnese, Santa Scolastica e Sant’Agata e con essa si aspergono in cerca di fertilità le donne che, ancor oggi, visitano chiese campestri e tradizionali fontane dedicate alla Sante.
Gli agricoltori delle valli che visitavano l’Eremo di San Bartolomeo di Legio a Roccamorice, portavano giù dalla montagna un po’ dell’acqua che sgorga dalla sorgente vicina alla dimora del Santo: serviva ad aspergere le viti e scongiurarne la malattia più pericolosa, la peronospera. Lungo la strada che collega Raiano a Vittorito, in provincia de L’Aquila, una sorgente di acqua sulfurea che faceva girare la ruota di un mulino, era utilizzata per i benefici effetti sui tessuti cutanei ed anche come ottimo sbiancante per le fibre di canapa e di lino, lasciate a macerare, poi battute con rudimentali ma efficaci strumenti e ridotte ad una arruffata massa filamentosa da torcere in un lungo filo da tessere nei telai di legno casalinghi.

Citazioni e fonti :
dabruzzo.it
antrodellamagia.forumfree.it