CERQUETO, IL PRETE SCARAVENTATO DALLA RUPE E L’INVASIONE DELLE FORMICHE

 

Cerqueto (Te) Veduta

Le leggende popolari fanno parte della nostra storia, e rappresentano parte della nostra identità. Chi siamo, da dove veniamo, sono domande che ci accompagnano dal momento che iniziamo a realizzare il mondo circostante. Non è casuale che negli ultimi anni sia esploso il boom delle ricerche del proprio DNA, o del proprio albero genealogico. Morale: abbiamo bisogno di sapere chi siamo. Attraverso la nostra storia e quella della nostra terra, che sia quella d’origine o quella dove viviamo, creiamo pezzi della nostra psiche e della nostra identità.
Le leggende, per quanto possano essere viste con uno sguardo romantico, sono molto di più di  semplici racconti popolari. Per questo è importante che non vadano perdute, è importante che vengano tramandate affinché il nostro passato ci ricordi parte della nostra storia.

Il caratteristico “presepe vivente” che si tiene a Cerqueto il 26 dicembre

Cerqueto è una piccola frazione di circa cento abitanti che fa parte del comune di Fano Adriano in provincia di Teramo. Si trova sul versante teramano del Gran Sasso d’Italia, a circa 750 metri di altezza. La veduta della zona lascia senza parole, e all’occhio del visitatore si presenta uno spettacolo pittoresco, con enormi rocce calcaree, grandi estensioni di boschi e prati, e poche terre coltivate con il massiccio di Sua Maestà Gran Sasso, che si erge quasi a proteggere tutta la zona circostante
La frazione è collegata alla statale Teramo-L’Aquila da una caratteristica strada che si diparte dal lago di Piaganini, a 9 Km da Montorio, e si inerpica per 5 Km tra querce (Querceto-Cerqueto) ed altri alberi autoctoni.
Ed è proprio zone come questa, zone suggestive e protette dal “mondo esterno” che le leggende continuano ad essere tramandate e raccontate. Leggende che fanno parte della storia di noi tutti…

La leggenda

Prima dell’anno mille Cerqueto probabilmente si trovava a nord dell’attuale abitato, in una località chiamata “Canili”.In quella zona, infatti, secondo antichi documenti, si trovava la chiesa di Santa Maria in Querceto e l’adiacente abitato doveva svilupparsi verso l’antica Salara-Caecilia, che da Roma portava ad Atri.Nel medioevo, signori delle terre del comprensorio erano i Conti di Pagliara che dominarono parte della Valle Siciliana fino alla prima metà del trecento. Successivamente il feudo passò agli Orsini di Guardiagrele, che lo tennero fino al 1526. La leggenda narra che proprio in quel periodo avvenne il “fattaccio” che portò all’abbandono della vecchia “ Querceto”. Il sacerdote del villaggio, accusato non si sa di quali crimini, venne preso a viva forza dalla gente del paese e gettato dall’altissima rupe di “li Carpinete”. Il poveretto morì, ma, continua la leggenda, sul paese si abbatté una terribile maledizione: milioni di formiche rosse cominciarono ad uscire dalle crepe della terra devastando i raccolti e facendo crollare le case.

Chiesa di Sant’Egidio abate (foto: Francesco Mosca)

Gli abitanti, terrorizzati da quel flagello, fuggirono e ricostruirono il paese nei pressi della chiesa di S.Egidio Abate, ubicata a pochi chilometri da questa località. Gli Orsini, con sommo disprezzo, tramutarono la Chiesa abbandonata in una rimessa per cani da caccia. Per questo motivo passò alla storia col nome di “Santa Maria in Canili”.

In realtà, le formiche distruttrici della leggenda, erano forse orde di saraceni che dalle coste dell’Adriatico, in quei tempi, spesso risalivano fino ai paesi dell’entroterra facendo razzie.

Comunque siano andate le cose, è certo che le case più antiche di Cerqueto risalgono ai primi decenni del 1200, mentre la costruzione della chiesa di S. Egidio Abate risale sicuramente ad alcuni secoli prima. Un rione del paese, il Castello, in origine doveva essere una specie di fortezza.Oggi si possono ancora vedere i grossi cardini del massiccio portone che sbarravano l’unico ingresso all’abitato. (cerqueto,net)

 

Rossella Tirimacco