BELLEZZE FUORI REGIONE: IL SACRO BOSCO DI BOMARZO

“Usciamo ora dall’Abruzzo e iniziamo ad esplorare quei luoghi a cui eravamo uniti dalla storia di un antico passato.
Questa volta ci spostiamo nel Lazio, in provincia di Viterbo per la precisione e andiamo a visitare un luogo particolarmente ricco di misteri noto come “il parco dei mostri” ma altri non che: il “sacro bosco di Bomarzo” un luogo unico al mondo nel suo genere, grazie alla presenza di sculture fantastiche e grottesche disseminate al suo interno.”

Visitare nuove zone, per coloro che indossano lo spirito dell’esploratore, non è mai una “semplice gita fuori porta”, ma è la metafora di un cammino ben più profondo e che ha a che ha molto a che fare con la scoperta di sé.
E non importa se si tratta di una “gita” divertente magari in una località di mare, o un trekking in alta quota, o una visita ad un vecchio borgo, o ancora un semplice cammino in una strada di campagna. L’esploratore, sempre vivrà ogni singola esperienza come una specie di “caccia al tesoro”.

Potete immaginare quindi lo stato d’animo di costoro quando si trovano a visitare un luogo particolarmente ricco di misteri, come ad esempio il “sacro bosco di Bomarzo”
L’introduzione era d’obbligo per questo luogo unico al mondo nel suo genere, grazie alla presenza di sculture fantastiche e grottesche disseminate al suo interno.
Nato nel 1552 come “Villa delle Meraviglie”, il sacro Bosco viene ideato dal principe Vicino Orsini e dedicato alla moglie Giulia Farnese, morta in giovane età. A differenza dei tanti giardini rinascimentali dell’epoca, il parco si distingue nell’immediato per la sua “particolarità”.

Il giardino del principe non è scandito da prospettive di viali ortogonali e simmetrici, ma si presenta al visitatore come un’avventurosa sequenza di apparizioni simboliche che parlano un linguaggio arcaico celato dentro l’essere umano.
Così, all’interno della selva, colui che vi si avventura, in un paesaggio surreale egli si ritrova a scoprire un mondo incantato, dove il tempo e lo spazio sembrano congelati nelle sculture.
Non conosciamo le ragioni che spinsero il principe Orsini, colto ed erudito signore di Bomarzo, a realizzare un simile giardino che divenne uno dei più importanti del Cinquecento, ma anche quello che più di tutti rimase avvolto nel mistero.
Del Sacro Bosco non si conosce il preciso programma iconografico e neppure il progettista, anche se il principe ricorse alla consulenza di artisti di calibro come Pirro Ligorio e forse addirittura Michelangelo.

La fama del luogo si era espansa ovunque, al punto che Papa Gregorio XIII nel 1578 decise di visitare il Parco dell’Orsini a Bomarzo per poter ammirare con i propri occhi le tanto “decantate meraviglie”.
Nel 1585, il principe muore e sul giardino scenderà l’oblio per diversi secoli. Solo nel 1954 il Parco delle Meraviglie tornerà ai suoi fasti grazie al commendatore Giovanni Bettini che riportò alla luce con imponenti lavori di restauro, l’intero complesso.

Il Sacro Bosco è una di quelle opere che lascia il “segno” al visitatore attento, è un percorso iniziatico all’interno di un labirinto fatto di simboli e metafore, e che conduce inevitabilmente in una dimensione esoterica: “voi che pel mondo gite errando, vaghi di veder meraviglie alte et stupende, venite qua, dove son faccie horrende, elefanti, leoni, orsi, orchi e draghi” Vicino Orsini

Rossella Tirimacco

Citazioni e fonti
Soc. Giardino di Bomarzo “Bomarzo il Parco dei Mostri”